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Il prelievo forzoso dal patrimonio dei ricchi italiani vale 113 miliardi di euro

Modiano (Nomisma), propone una patrimoniale sulla ricchezza delle fasce più ricche: “Porterebbe allo Stato un gettito da 113 miliardi di euro, 7 punti percentuali di Pil”.
A cura di Redazione
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Un prelievo forzoso una tantum del 10% del patrimonio sulla fascia ricca della popolazione porterebbe ad un gettito pari a 113 miliardi di euro, 7 punti percentuali di Pil. Risorse che lo Stato potrebbe ridistribuire a favore delle famiglie più povere e delle imprese. La stima è contenuta nell'editoriale della newsletter di dicembre della società di consulenza Nomisma, scritto dal presidente Pietro Modiano e dal capo economista Sergio De Nardis, diffusa oggi. "Se questa tassa sul patrimonio – si legge – venisse pagata in quattro rate annuali di 28 miliardi, il bilancio pubblico potrebbe fornire uno stimolo equivalente nell'arco di un quadriennio all'economia, modificandone il sentiero di crescita". Nomisma propone una sorta di patrimoniale sulla ricchezza liquida delle famiglie che, al netto di attività reali, titoli di stato e partecipazioni in società di persone, è pari a circa 2.400 miliardi;

Modiano, già braccio destro di Alessandro Profumo in Unicredit e di Corrado Passera in Intesa, marito della deputata Barbara Pollastrini del Partito Democratico, scrive, insieme a De Nardis: "Gli effetti positivi sul Pil deriverebbero dal fatto che il trasferimento di risorse a favore delle famiglie disagiate e delle imprese stimolerebbe aumenti di domanda interna ed estera largamente superiori alla contrazione dei consumi a cui andrebbe incontro il decile di famiglie più ricche". Una manovra di questo tipo avviata nel 2014 e ripetuta fino al 2017, porterebbe nel 2018 a un Pil più elevato di circa il 4,5% rispetto al livello di uno scenario di base. Il tasso di crescita dell'economia nel quinquennio 2013-2018 aumenterebbe di quasi un punto all'anno passando dall'1,2% dell'andamento tendenziale al 2,1% nell'ipotesi con manovra. La più forte crescita dell'economia si tradurrebbe in un rapporto debito/Pil nel 2018 più basso di circa cinque punti percentuali". Il prelievo forzoso è una possibilità che periodicamente viene tirata in ballo e altrettanto periodicamente viene volte smentita dal governo italiano.

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