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Morte Michela Murgia

L’odio contro Michela Murgia aveva un costo: Cathy La Torre parla delle cause vinte dalla scrittrice

Cathy La Torre, avvocata di Michela Murgia, ha parlato delle cause per diffamazione a mezzo social che la scrittrice ha vinto e di quelle che verranno.
A cura di Redazione Cultura
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Michela Murgia, assieme all'avvocata Cathy La Torre – che la seguiva e ne ha curato il testamento – e TLON avevano creato l'iniziativa "Odiare ti costa", che prevedeva di perseguire in sede civile, chiunque diffamasse, calunniasse e minacciasse tramite i social. Un'iniziativa nata anche per le tantissime offese che la scrittrice, scomparsa lo scorso 10 agosto a causa di un tumore al rene, stava subendo e avrebbe continuato a subire sui social. Michela Murgia, quindi, tramite La Torre aveva cominciato una campagna per far sì che quelle offese si potessero trasformare in cause civili e i soldi vinti potessero servire anche per cause importanti.

Lo ha spiegato proprio l'avvocata al Corriere della Sera, parlando dell'impegno che avevano preso da anni per mostrare che l'offesa non era meno grave se fatta sui social e non di persona, che esistono delle leggi che proteggono le persone anche sul web. Niente cause penali, perché i Tribunali erano già intasati, così La Torre e Murgia scelsero di muoversi a livello civile: "Meglio agire per via civile con forme di giustizia riparativa, ovvero attraverso richiesta di risarcimento danni e richiesta di scuse" ha spiegato l'avvocata al Corriere, spiegando che in sede civile si cercava un accordo, delle scuse e il denaro che veniva donato ad associazioni scelte dalla scrittrice.

Nel suo ultimo romanzo, Tre ciotole, c'è un capitolo intero – quello che introduce anche le tre ciotole che danno il titolo al libro – dedicato al vomito: si chiama "Il senso della nausea". È il capitolo in cui la protagonista comincia a sentire una nausea che le impedisce di mangiare qualsiasi cosa, una nausea che attribuisce alla fine di un amore, che la porta a dimagrire e a rivedere completamente la sua dieta che si comporrà di riso, una proteina tra pollo e pesce bianco e la terza con una verdura cruda o cotta. Quel capitolo, spiega Alessanro Giammei, critico, professore e figlio d'anima della scrittrice, nasce proprio "dalle reazioni fisiche che le provocavano i commenti di odio".

Anche La Torre ha raccontato di come la scrittrice non si sentisse bene, di quel senso di nausea che Murgia attribuiva a fattori psicosomatici e che successivamente si sono rivelati, invece, sintomo della malattia. L'avvocata, comunque, ha anche spiegato che le cause contro coloro che non si presentavano sono state tutte vinte, ma che non si fermerà, nonostante la morte della scrittrice, e proseguiranno quelle a cui la scrittrice aveva già dato l'ok: "Saranno i suoi eredi a decidere ma io sono sicura che vorranno andare avanti".

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