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Da choosy a sciuscià: i laureati italiani si mettono in coda per diventare lustrascarpe

In Sicilia, alle selezioni per diventare lustrascarpe, si sono presentati decine tra laureati e studenti universitari. Come auspicò qualche anno fa l’ex ministro Elsa Fornero, i giovani italiani hanno smesso di “fare gli schizzinosi” e si sono rimboccati le maniche. Per diventare sciuscià.
A cura di Redazione Cultura
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Alla selezione per quindici lustrascarpe promossa da Confartigianato Palermo si sono presentati in settanta, soprattutto laureati. Non v'è dubbio che sia un segno della feroce crisi occupazionale che stiamo attraversando. E così, come auspicato qualche anno fa Elsa Fornero ai tempi del Governo Monti, i giovani italiani colpevoli, secondo l'ex ministro del Lavoro, di essere troppo schizzinosi verso i lavori più umili, si sono finalmente rassegnati all'idea di ottenere un lavoro in linea col proprio profilo formativo e hanno deciso di trasformasi da choosy a sciuscià.

“Non chiediamo particolari requisiti – aveva detto il referente di Confartigianato Palermo – ma solo la disoccupazione e tanta buona volontà di imparare un mestiere". E così è andata. Però probabilmente nessuno si aspettava di trovare in fila per le selezioni giovani in possesso di una laurea, con un passato lavorativo alle spalle in tutt'altri settori. Sia beninteso: ogni lavoro, se svolto in maniera onesta e con passione, è degno di essere praticato. Anche quello del lustrascarpe.

Eppure, questa piccola vicenda, ci dice qualcosa che non va sottovalutata. Spia di una situazione sempre più difficile, in particolare al Sud e per i giovani. Al di là dei proclami e dei dati più o meno parziali di ripresa economica, come ci ha ricordato di recente il rapporto 2016 sull’economia del mezzogiorno, a cura dello Svimez, esiste al Sud una “enorme sotto-utilizzazione del capitale umano di giovani e donne" oltre a una "strutturale carenza di occasioni di lavoro specialmente qualificato", il che favorisce rispetto al Nord del Paese "un divario strutturale ancora troppo ampio: nel 2015 gli occupati al Sud erano sotto la soglia di 6 milioni”.

Il secondo aspetto da tenere presente è, infine, la presa d'atto del fallimento della formazione universitaria, sempre più incapace di formare giovani con capacità corrispondenti alle esigenze del mercato del lavoro. Mercato, peraltro, che abbassa sempre più la qualità delle figure professionali di cui necessità. Non può essere un caso che proprio il mestiere di sciuscià, uno dei più umili possibili, che ha ispirato non a caso uno dei capolavori del cinema neorealista italiano, sia oggetto di tali attenzioni. D'altro canto, per capire lo stato dell'arte, basta guardare questo filmato di Fanpage.it per capire come diplomati provenienti dal classico, universitari senza prospettive, ma anche semplici e curiosi giovani con tanta voglia di lavorare.

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