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Artribune: “il Madre di Napoli è il miglior museo in Italia”

Napoli ancora nel mirino del mondo dell’arte. Dopo il boom di turisti e il record della Notte d’arte, un’altra conferma del primato partenopeo attraverso il riconoscimento del Madre come miglior museo in Italia dell’anno, da parte dell’entourage critico della prestigiosa rivista Artribune.
A cura di Silvia Buffo
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Installazione nel cortile del Museo Madre.
Installazione nel cortile del Museo Madre.

Il Museo Madre, nella storica sede di Palazzo Donnaregina, istituzione dell'arte partenopea, resta un riferimento cruciale per i grandi nomi dell'arte, grazie al suo acuto sguardo alla contemporaneità e alla sperimentazione, oltrepassando il confine locale, e proponendo iniziative di respiro internazionale. La rivista e il sito web Artribune hanno riconosciuto il Museo Madre come il migliore museo d'Italia, avvalendosi delle consultazioni anche di giornalisti, critici, curatori esterni.

Si tratta di una nomina bis, poiché Il Madre già due anni fa è stato posto dalla rivista in prima posizione. Il museo napoletano di arte contemporanea, diretto da Andrea Viliani, fondato e interamente partecipato dalla Regione Campania, è nel Best of del 2015, si colloca nel meglio nel mondo dell’arte italiana.

Artribune già nel 2013 conferì una menzione speciale al Museo Madre, in base ai riconoscimenti della stampa specializzata che ne ha studiato il gradimento del pubblico, aumentato nell'ultimo anno di oltre il 20% rispetto al 2014, e più che raddoppiato negli ultimi tre anni.

Sale del Museo affollate anche in occasione delle festività natalizie, da Daniel Buren con Axér/Desaxér e Comme un jeu d’enfant, Marco Bagnoli La Voce, e e i Teatrini-Presepi di Giosetta Fioroni, oltre alla collezione site-specific del primo piano e al percorso espositivo in spazi vari dello storico Palazzo Donnaregina.

Fra le varie è spiccata particolarmente la bellissima mostra di Boris Mikhailov dall'enigmatico titolo "Io Non Sono Io". Un insolito reportage di autoritratti e ritratti per indagare attraverso le centinaia di persone passate attraverso il suo obiettivo, oltre il confine e il concetto comune di identità che in questi scatti si mostra come un vero e proprio limite. Ritratti di sopravvissuti al regime sovietico, una vera e propria testimonianza di 50 anni di oppressioni sociali, di ingiustizie, e in tutto questo qualche stralcio di umanità.

Il Museo Madre è già a lavoro per la prossima stagione espositiva. Fra le tante è prevista la mostra personale, nella primavera del 2016, dedicata a Mimmo Jodice, importante maestro della fotografia contemporanea.

«La mostra è la più ampia retrospettiva mai dedicata all’artista e presenterà in un percorso appositamente concepito per gli spazi del museo, più di cento opere, dalle seminali sperimentazioni sul linguaggio fotografico degli anni Sessanta e Settanta ad una nuova serie (Attese, 2015) realizzata dall’artista in occasione di questa mostra. Articolando fra loro i principali aspetti e temi della sua ricerca – le radici culturali del Mediterraneo, le epifanie del quotidiano, il paesaggio naturale, la fantasmagoria delle metropoli contemporanee, il confronto fra la tensione etica e la dimensione della cronaca o della storia, così come fra il passato e l’identità contemporanea – Jodice si sofferma in un tempo indefinito, in cui si intrecciano il passato, il presente e un futuro ancora sospeso nella dimensione dell’attesa, e in cui, se dal 1978 scompare la figura umana. In occasione della mostra sarà pubblicata, a giugno 2016, una nuova monografia dedicata all’artista che conterrà, insieme a contributi critici inediti, un esteso apparato bio-bibliografico e iconografico, anche con le immagini della mostra».

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