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Caso sospetto di ebola a Civitanova Marche. Test negativi: “Donna affetta da malaria”

I test di laboratorio hanno confermato che la quarantenne nigeriana non è affetta da ebola ma solo da malaria.
A cura di Davide Falcioni
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Non è ebola. La donna nigeriana di 40 anni ricoverata ieri ad Ancona con sintomi riconducibili a quelli dell'epidemia che sta provocando migliaia di morti in Africa è in realtà affetta da malaria. L'allarme era scattato ieri: la nigeriana si era recata al pronto soccorso dell'ospedale di Civitanova Marche con una temperatura corporea superiore ai 38 gradi, dolori muscolari, vomito e nausea. Poiché la donna era rientrata dal paese africano da meno di 21 giorni (periodo massimo di incubazione dell'ebola) era stato attivato il protocollo di allerta per la verifica di casi sospetti: la 40enne era quindi stata trasferita ad Ancona e le erano stati prelevati dei campioni biologici per gli esami di laboratorio, effettuati all'Istituto Spallanzani di Roma. Nel frattempo la notizia del sospetto caso di ebola si era diffusa creando un certo allarmismo nei cittadini.

Regione Marche: "Abbiamo dato prova di efficienza"

Nella serata di ieri sono arrivati i risultati degli esami di laboratorio, che hanno confermato che non si trattava di ebola ma di malaria. Una nota diffusa dall'assessorato alla salute della Regione Marche spiegava: "Le procedure rigorose per la gestione di casi sospetti, adottate nella Regione Marche sulla base delle indicazioni internazionali e del ministero della Salute, hanno funzionato bene e sarà cura della Regione e di tutte le strutture del Servizio sanitario regionale mantenere questo livello di controllo anche nel prossimo futuro. I dati diffusi dalla Organizzazione mondiale della sanità anche ieri, indicano, infatti, che nei paesi dell'Africa Occidentale colpiti, la epidemia continua a segnalare una fase di crescita. Ciò indica che esiste il rischio, seppur al momento modesto, di registrare, nel nostro Paese, singoli casi di malattia in persone provenienti dai territori colpiti. Come Regione Marche siamo sollevati per lo scongiurato pericolo e soddisfatti per aver dato prova, sul campo, di efficienza e tempestività, come richiesto dai protocolli. Continueremo a tenera alta la guardia per affrontare ogni emergenza e contrastare ogni pericolo".

La donna era da poco rientrata da un viaggio in Nigeria

Il caso della donna marchigiana aveva fatto scattare tutte le procedure di emergenza: la quarantenne, infatti, era da meno di una settimana rientrata da un viaggio in Nigeria, paese in cui a fine luglio l'OMS aveva certificato il primo caso di ebola, diventando il quarto stato africano colpito dall'epidemia dopo Sierra Leone, Guinea e Liberia: quest'ultimo è il paese che finora è stato colpito più duramente, con oltre 2mila morti.

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