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Bersani verso il no al referendum: “Ora basta, sono stato trattato come un rottame”

L’ex segretario del PD rilascia una durissima intervista in cui spiega: “Noi abbiamo cercato di salvare il salvabile, ma a volte trattenersi è molto difficile”.
A cura di Redazione
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EDIT: Pier Luigi Bersani, con un post sulla sua pagina Facebook ha chiarito che si è trattato di una "non intervista", pur confermando che il suo contenuto "rispecchia il suo pensiero". Il Corsera ha cambiato titolo, eliminando il riferimento al "trattato come un rottame", passaggio comunque ancora presente nel testo.

Alla vigilia della Direzione Nazionale del Partito Democratico, è Pier Luigi Bersani a rompere gli indugi e a formalizzare lo strappo con l’ala renziana proprio sull’imminente referendum sulla riforma della Costituzione. L’ex segretario, al taccuino di Monica Guerzoni per il Corriere della Sera, rivela di non aspettarsi nulla dalla discussione in direzione e attacca: “Renzi proverà a stanarmi con una proposta sull’Italicum? Chiacchiere. Lo riteneva ottimo e perfetto, tanto che lo approvò con la fiducia. E ora non mi venga a dire che darà l’incarico a Zanda e Rosato di trovare un sistema migliore. Non mi si può raccontare che gli asini volano”.

E non manca una accusa diretta a Renzi e alla sua componente per le parole riservate agli esponenti della minoranza e a Massimo D'Alema: “Se parlo fuori è perché nel Pd non si può. In un anno e mezzo non ho mai avuto occasione di discutere di riforme nel partito […] Anche con me non sono andati per il sottile, sono stato trattato come un rottame. Non ho ragioni per difendere D’Alema, ma deve esserci un limite a questa cosa volgare del vecchio e nuovo, che riguarda le idee e i protagonisti di una stagione”.

Sull’ipotesi di una scissione, poi non abbassa i toni, anzi: “Noi abbiamo cercato di salvare il salvabile, ma a volte trattenersi è molto difficile. E anche adesso dico quel che dico perché un pezzo del nostro popolo non vada via, restando vittima di cattivi pensieri. Non puoi sempre farti vedere con Marchionne e Polegato”. Del resto, sono enormi le distanze sul tema della riforma della Costituzione e sulla presentazione della battaglia referendaria come una vera e propria crociata: “Noi non stiamo cambiando il sistema, quindi voliamo basso, non carichiamo la molla spaccando l’Italia e il centrosinistra”. Infine, annuncia che al prossimo congresso chiederà la separazione dei ruoli fra Presidente del Consiglio e segretario di partito.

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