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Omicidio Giulia Cecchettin

Tutti gli spostamenti di Turetta prima e dopo l’omicidio di Giulia e i punti ancora da chiarire

La fuga di Filippo Turetta è iniziata sabato notte subito dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin. Il 22enne si è mosso senza cellulare e ha percorso centinaia di chilometri senza mai effettuare pagamenti elettronici rendendo difficile intercettarlo.
A cura di Antonio Palma
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Dopo aver ucciso Giulia Cecchettin nella stessa serata di sabato 11 novembre, Filippo Turetta ha portato il corpo della 22enne nei pressi del lago di Barcis, a Pordenone, e si è dato a una fuga durata una settimana e conclusa solo in Germania dove infine è stato arrestato, è questa la ricostruzione fatta dagli inquirenti nella richiesta di arresto per il 22enne. Una fuga avvantaggiata dal fatto che il corpo di Giulia non era stato ancora trovato e che è ancora piena di buchi e molti punti oscuri a cui forse solo il 22enne potrà dare una risposta.

Gli spostamenti e l'omicidio di Giulia Cecchettin

Come ricostruito dagli inquirenti, sabato Turetta aveva convinto l'ex fidanzata a trascorrere una serata insieme e aveva scelto come luogo un affollato centro commerciale di Venezia. Insieme si sono diretti sul posto con la sua auto, la Fiat Punto nera, e qui hanno mangiato al McDonald's prima di fare rientro a Vigonovo intorno alle 23. A questo punto l'inizio dell'aggressione mortale, a poche centinaia di metri dalla casa della ragazza, nel parcheggio di via Aldo Moro. Qui un testimone li ha visti litigare e poi ha assistito a una violentissima aggressione che ha spinto la vittima a gridare "mi fai male" e a chiedere aiuto per attirare l'attenzione di qualcuno.

Secondo gli inquirenti, qui Giulia sarebbe stata colpita più volte con un coltello. Successivamente, lui avrebbe sequestrato Giulia portandola nella zona industriale di Fossò, sempre nel Veneziano, dove è avvenuta la seconda aggressione che si è rivelata mortale. A riprendere la drammatica scena un video delle telecamere di sorveglianza della zona. La 22enne sarebbe riuscita a scendere dal veicolo, tentando una disperata fuga ma lui l'ha raggiunta e spinta violentemente a terra, facendole battere il capo. Infine ha caricato il corpo esanime di Giulia in auto e si è dato alla fuga.

La fuga di Turetta iniziata sabato notte

Il tutto è durato meno di un'ora. Alle 23.50 di sabato la Fiat Grande Punto, infatti, ha lasciato Fossò dirigendosi verso il lago di Barcis. L'auto ha raggiunto una zona di montagna distante circa due ore di auto dove Turitta ha lasciato il corpo di Giulia Cecchettin occultato in una nicchia naturale tra le rocce, dove infine è stato rinvenuto solo una settimana dopo. Secondo la procura di Venezia, l'uomo ha portato il cadavere in una zona impervia per evitare che venisse ritrovato subito e "rendendo così più difficoltosa l'accertamento della dinamica dei fatti".

Secondo quanto ricostruito, il passaggio di regione tra Veneto e Friuli Venezia Giulia è stato registrato a Caneva, poi la vettura è sta vista in varie località come Polcenigo, Aviano, Piancavallo e Barcis. Dopo aver abbandonato il cadavere di Giulia, Turitta è ripartito. Era senza cellulare e senza navigatore, fatto che ha reso difficile intercettarlo, ma è riuscito a muoversi senza farsi notare. Il targa system ha registra il suo passaggio verso Cortina dove ha fatto benzina, muovendosi tra stradine di montagna e dormendo in auto in zone poco frequentate. Già nella giornata di domenica Filippo Turetta avrebbe raggiunto l'Austria, arrivando a Lienz dove poi l'auto è stata segnalata solo alcuni giorni dopo. Qui però di lui si sono perse le tracce.

Filippo Turetta ha percorso centinaia di chilometri senza mai effettuare pagamenti elettronici che potessero farlo individuare. Fino a sabato notte quando la polizia tedesca lo ha fermato mentre era fermo con l'auto senza luci ma soprattutto senza carburante perché non aveva più soldi contanti.

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