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Covid 19

Per l’Iss la vaccinazione completa copre dall’infezione nell’88% dei casi e dal decesso nel 95,8%

Secondo quanto emerso dai dati contenuti nell’ultimo rapporto sulla situazione della pandemia di Covid-19 pubblicato il 16 luglio dall’Istituto superiore di Sanità, la maggior parte dei nuovi casi di Coronavirus registrati in Italia è collegata a persone non vaccinate o vaccinate solo con una dose. Inoltre, è stato osservato che la vaccinazione completa con uno dei quattro vaccini approvati dall’Ema copre dall’infezione nell’88% dei casi, dal ricovero in ospedale nel 94,6%, in terapia intensiva nel 97,3% e dal decesso nel 95,8%.
A cura di Ida Artiaco
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Nell'ultima settimana sono aumentati in Italia i nuovi casi di Coronavirus, ma nella maggior parte dei casi si tratta di persone non vaccinate o vaccinate solo con una dose. È quanto emerge dai dati contenuti nell’ultimo rapporto sulla situazione della pandemia pubblicato il 16 luglio dall’Istituto superiore di Sanità, che ha anche sottolineato che la vaccinazione completa con uno dei quattro vaccini approvati dall'Ema copre dall'infezione nell'88% dei casi, dal ricovero in ospedale nel 94,6%, in terapia intensiva nel 97,3% e dal decesso nel 95,8%.

Per quanto riguarda la trasmissione, la maggior parte dei casi segnalati in Italia identificati negli ultimi 14 giorni è stata in soggetti non completamente vaccinati (cioè che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino o che sono stati vaccinati con la prima dose o con il vaccino mono dose entro 14 giorni dalla diagnosi stessa, ovvero prima del tempo necessario a sviluppare una risposta immunitaria completa al vaccino stesso). Nello specifico, nella fascia d’età over 80 anni, negli ultimi 30 giorni, il 36% delle diagnosi di Sars-CoV-2, il 50% delle ospedalizzazioni, l’81% dei ricoveri in terapia intensiva e il 66% dei decessi sono avvenuti in persone che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino e che sono attualmente il 9,5% della popolazione in questa fascia d’età.

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Come si vede dai grafici diffusi dall'Iss, la percentuale dei casi tra i vaccinati è largamente inferiore alla percentuale dei casi tra i non vaccinati. Se i vaccini non fossero efficaci nel ridurre il rischio di infezione, non si osserverebbero differenze nel numero di casi tra vaccinati e non vaccinati. Le differenze osservate dimostrano, invece, che i vaccini sono efficaci anche nel ridurre il rischio di infezione, di ospedalizzazione, di ingresso in terapia intensiva e di decesso, soprattutto, come si è visto, tra le fasce di popolazione in età più avanzata. Complessivamente, l'efficacia complessiva della vaccinazione, aggiustata per età, si legge nel documento "è superiore al 70% nel prevenire l’infezione in vaccinati con ciclo incompleto (71,3%, IC95%: 71,0%-71,7%) e superiore all’88% per i vaccinati con ciclo completo (88,5%, IC95%: 88,3%-88,7%). L'efficacia nel prevenire l’ospedalizzazione, sale all’ 80,8% con ciclo incompleto (IC95%: 80,1%-81,6%) e al 94,6% con ciclo completo (IC95%: 94,3%-94,9%). L’efficacia nel prevenire i ricoveri in terapia intensiva è pari all’88,1% (IC95%: 86,3%-89,7%) con ciclo incompleto e a 97,3% con ciclo completo (IC95%: 96,4%-98,0%). Infine, l’efficacia nel prevenire il decesso è pari a 79,0% (IC95%: 77,4-80,6%) con ciclo incompleto e a 95,8% con ciclo completo (IC95%: 95,3%- 96,3%)".

Un altro effetto della campagna vaccinale è la diminuzione nell’età mediana dei casi di Covid-19, ora ferma a quota 52 anni, dato che le categorie prioritarie per il vaccino sono state le fasce di età più avanzate. Inoltre, nell’ultima settimana, l’età mediana al decesso è stata 78 anni e quella del primo ricovero 63 anni, in diminuzione rispetto ai mesi scorsi.

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