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Mazzette dai pazienti oncologici, il gip sul medico Lorusso: “Approfittava della sudditanza psicologica”

Secondo il gip del tribunale di Bari, il medico Vito Lorusso approfittava della situazione di difficoltà dei suoi pazienti per ottenere mazzette in denaro. Il medico è stato arrestato giovedì in flagranza di reato.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Il gip del Tribunale di Bari ha convalidato l'arresto dell'oncologo Vito Lorusso che lavora all'Irccs Giovanni Paolo II. L'uomo è stato arrestato giovedì in flagranza di reato dalla polizia nel suo studio medico. L'oncologo è accusato di concussione e peculato per almeno 15 episodi avvenuti dal maggio del 2019 in poi.

Stando a quanto reso noto, il medico avrebbe approfittato delle condizioni di grande difficoltà dei suoi pazienti per farsi corrispondere pagamenti che non gli erano dovuti. I pazienti, infatti, erano costretti a pagare nonostante possedessero il codice di esenzione in quanto malati oncologici. A denunciare i fatti, la figlia di una paziente che aveva chiesto aiuto a Lorusso per curarsi. L'inchiesta della Procura è stata avviata nel novembre del 2022 dopo la denuncia della giovane che alle autorità avrebbe raccontato di "situazioni disperate che ponevano i pazienti in una condizione di vera e propria sudditanza psicologica".

Le circostanze, secondo l'accusa, avrebbero quindi permesso al medico di chiedere sempre più denaro e di minacciare i suoi pazienti senza conseguenze fino ad oggi. In molti casi, le vittime hanno continuato a nutrire per lui una profonda gratitudine. Secondo quanto scrive il gip, i pazienti messi con le spalle al muro da Lorusso avrebbero continuato a pagare regolarmente il dottore, in un "automatismo che non ha bisogno di parole".

Il medico, infatti, continuava a ricevere impropriamente il denaro, spesso senza dover neppure dire alcunché ai suoi pazienti. L'indagato nel corso dell'interrogatorio di garanzia ha riferito al gip che il giorno dell'arresto, giovedì, il paziente avrebbe "regalato 200 euro in maniera del tutto spontanea", senza essere sotto minaccia o condizionato dalla situazione di grave difficoltà dovuta alle condizioni di salute precarie.

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