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Arrestato Massimo Ciancimino: avrebbe calunniato l’ex capo della Polizia

Massimo Ciancimino, figlio di Vito, ex sindaco di Palermo condannato per associazione mafiosa, è stato fermato dalla Polizia per aver calunniato l’ex capo della polizia, Gianni de Gennaro. Ciancimino è un supertestimone in diverse inchieste di mafia tra cui quella sulla cosiddetta trattativa tra Stato e Mafia.
A cura di Cristian Basile
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Massimo Ciancimino arrestato

L’imprenditore Massimo Ciancimino, figlio di Vito, ex sindaco di Palermo, stamattina è stato fermato a Bologna dalla polizia, su ordine del Dda di Palermo, per aver calunniato l’ex capo della polizia Gianni de Gennaro. Già condannato per riciclaggio, Ciancimino è un supertestimone in alcune inchieste di mafia tra cui quella su una presunta trattativa tra lo Stato e Cosa nostra.

Il figlio dell'ex sindaco di Palermo, condannato per associazione mafiosa e morto nel 2002, avrebbe "manomesso" dei documenti che ha consegnato alla procura palermitana ed uno in particolare in cui compare il nome del direttore del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (DIS). Nel documento in questione compare un elenco di nomi di personaggi delle istituzioni che avrebbero avuto un ruolo nella presunta "trattativa" tra Stato e Mafia.

Ciancimino sarebbe anche accusato di truffa pluriaggravata in quanto il documenti che accusa De Gennaro, dopo una perizia della polizia scientifica, risulterebbe falso ed il nome di De Gennaro sarebbe stato aggiunto posteriormente alla sua stesura. Il fermo è stato eseguito dalla Dda di Palermo con un provvedimento urgente "per pericolo di fuga".Il documento inoltre sarebbe in contrasto con quanto dichiarato dallo stesso Ciancimino alla Procura di Palermo.

Ciancimino ha accusato De Gennaro, a capo del DIS, di aver collaborato con il famoso "signor Franco", lo 007 che ha avuto un ruolo importante nelle stragi di Capaci e di Via D'Amelio e che per anni è stato in contatto con suo padre, insieme al quale era "immischiato" nella trattativa tra Cosa Nostra e lo Stato. "Sono sereno. Mi accusano di avere consegnato un documento non autentico, ma io rimango sereno" ha dichiarato all'Agi dalla questura di Bologna, Massimo Ciancimino.

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