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Brindisi, ricoverata da 10 mesi: ospedale chiama carabinieri per trovare il figlio: morta 92enne

È morta l’anziana donna pugliese ricoverata da oltre dieci mesi in un reparto di lungodegenza in provincia di Brindisi e per la quale i medici avevano avvertito i carabinieri per trovare il figlio. L’uomo dal suo canto rigetta ogni accusa rivelando di non aver mai negato il suo sostegno alla madre adottiva e di essere stato denunciato da un medico per una lite sul trasferimento della signora.
A cura di Antonio Palma
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Non ce l'ha fatta la nonnina pugliese di 92 anni ricoverata da oltre dieci mesi in un reparto di lungodegenza in provincia di Brindisi e per la quale i medici avevano avvertito i carabinieri per trovare il figlio dopo averla dimessa. La donna è morta mercoledì per l'aggravarsi improvviso delle sue già precarie condizioni di salute prima di poter lasciare l'ospedale. La sua storia aveva colpito molto tutta l'Italia dopo la denuncia dello stesso ospedale secondo il quale l'unico figlio della 92enne l'aveva quasi abbandonata ed era irrintracciabile. Era scattato così l'interessamento dei militari dell'arma, dei servizi sociali e perfino del tribunale che ha nominato un amministratore di sostegno. La donna, che da oltre un anno entrava usciva dagli ospedali per una seria di problemi di salute, purtroppo però si è aggravata nuovamente ed è deceduta. Ora è il figlio a uscire allo scoperto minacciando querele per essere stato dipinto come un mostro, sottolineando la sua totale presenza e puntando invece il dito contro la sanità pubblica.

Il figlio della 92enne: "Io sempre presente, solo calunnie"

L'uomo ha rivelato di non aver mai negato il suo sostegno alla madre adottiva nonostante nello stesso periodo si sia ammalato e sia deceduto anche il padre. Il figlio della 92enne, residente a Monopoli, ha raccontato di essersi sempre occupato della madre da quando è stata molto male e cioè da oltre un anno, recandosi regolarmente e chiamando spesso gli ospedali e il nosocomio di San Pietro Vernotico, che dista circa 90 km dal suo paese. "Il comportamento del mio assistito nei confronti della mamma può definirsi esemplare e riconosciuto anche da tutto l’ambiente ospedaliero, ad eccezione di un medico che, a seguito di alcuni screzi in relazione al trasferimento della mamma in altra struttura, ha deciso di denunciare l'uomo per abbandono della mamma e descrivendolo con pesanti e diffamatorie accuse" ha dichiarato il legale dell'uomo.

Il figlio voleva trovare una sistemazione più idonea

Il problema sarebbe nato quando, dopo le dimissioni, l'uomo ha fatto presente che la madre non poteva andare in una residenza sanitaria assistenziale e aveva preso tempo chiedendo le dimissioni protette anche alla luce delle sue precedenti e dolorose esperienze col padre. L'uomo ha spiegato che era impegnassimo a trovare per la donna una sistemazione idonea, come già era accaduto in passato dopo i precedenti ricoveri, e di essersi rivolto anche ai servizi sociali per un aiuto economico e un trasferimento in una città più vicina vista la situazione di precarietà ma senza risultato. Per alcuni medici però la donna non poteva rimanere ricoverata oltre nel reparto e hanno deciso di rivolgersi ai carabinieri .

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