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Allarme legionella a Parma, due morti e 31 persone colpite: indagine per omicidio colposo

Le vittime sono due anziane che soffrivano già di gravi patologie. Altre due persone sono in gravi condizioni. Riunita l’Unità di Crisi istituita dalla Regione Emilia-Romagna per stabilire le cause, principale sospettata è la rete idrica dell’acqua potabile.
A cura di Antonio Palma
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Non si arresta l'allerta per l'epidemia di legionella a Parma. Dopo il decesso di una 86enne contagiata dal batterio della legionellosi, martedì dall’Ospedale Maggiore hanno comunicato che un'altra anziana donna di 77 anni è deceduta dopo essere stara ricoverata per grave difficoltà respiratorie e febbre alta dovute alla stessa a causa. La signora deceduta era arrivata al Pronto soccorso nella serata di sabato e successivamente era stata  ricoverata in cura nella struttura di Medicina interna e Lungo degenza critica dell'ospedale dove però è morta.

Entrambe le donne soffrivano di gravi patologie pregresse ma l'allarme legionella resta visto che le stesse autorità sanitarie locali hanno fatto sapere che “è stata confermata la positività per altre due persone già ricoverate per polmonite”, quindi sale a 31 il numero totale dei casi risultati positivi a Parma nel giro di una settimana. Di queste, come spiegano sempre dall'asl, 10 persone sono in fase di miglioramento, 4 sono stabili con un normale decorso clinico e 2 invece sono giudicate più gravi dai medici. Il sindaco Federico Pizzarotti chiede di non allarmarsi e assicura che “il gestore Iren ha provveduto ad aumentare le dosi di cloro nei pozzi che servono l’area colpita”.

A confermare la gravità della situazione però è anche la convocazione dell'Unità di Crisi istituita dalla Regione Emilia-Romagna, con esperti dell'Istituto Superiore di Sanità, e l'apertura di un'inchiesta giudiziaria da parte della magistratura. La Procura della Repubblica di Parma infatti ha aperto un fascicolo d'inchiesta sull'epidemia di legionella ipotizzando i reati di lesioni colpose, omicidio colposo ed epidemia colposa. Le indagini, coordinate dai sostituti procuratori Giuseppe Amara e Andrea Bianchi, ovviamente al momento non prevedono indagati e si procede contro ignoti. I pm vogliono accertare i fatti per scoprire le cause del contagio e valutare eventuali responsabilità penali. Al momento principale sospettato è la rete idrica dell'acqua potabile e per questo si attendono i risultati delle analisi effettuate dal'Arpa sui campioni d’acqua prelevati in vari punti dell'Acquedotto di Parma

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