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Attraversa l’incrocio col rosso per salvare un cane. Il giudice annulla la multa

L’uomo aveva attraversato un incrocio malgrado il semaforo fosse rosso per salvare un cane che era stato appena investito da un’auto.
A cura di D. F.
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Ha attraversato il semaforo con il rosso occupando l'incrocio e facendo scattare la fotografia del Vista Red, ma non voleva sicuramente commettere un'infrazione: voleva, invece, salvare la vita di un cane. Protagonista della vicenda Bruno Zampieron, che dopo essere stato multato e aver subito una decurtazione dei punti della patente, ha presentato un ricorso al comune di Montagnana, poi accolto dal giudice di pace Marco Suttini. Zampieron infatti è l’accalappiacani che, insieme alla coop Triveneta Multiservizi, gestisce la cattura degli animali domestici vaganti nei territori dell’Usl 6.

Era il 24 aprile e Zampieron era stato chiamato a recuperare un meticcio che passeggiava per le strade della città. Quando l’accalappiacani è giunto sul posto, alle 23.30, il cane era stato appena travolto da un’auto e giaceva, ferito e immobile, nell’incrocio sorvegliato da Vista Red, sistema di controllo che fotografa il passaggio delle macchine che non rispettano il rosso al semaforo. "Per necessità ho avvicinato mio furgone al cane, per soccorrerlo meglio e impedire che fosse investito di nuovo", ha spiegato Zampieron. "Ho stabilizzato il cane, sistemato l’animale nella barella e controllato il chip, ma il Vista Red mi ha fatto parecchie foto".

L'uomo si è visto recapitare una multa da 170 euro e la decurtazione di sei punti dalla patente. La cooperativa per cui lavora ha pagato la sanzione ma Zampieron si è opposto alla soppressione dei suoi punti, presentando ricorso e vincendolo. L’articolo 54 del Codice penale infatti prevede la non-punizione in “stato di necessità”. La presenza di un animale, cioè un "essere vivente capace di provare dolore" secondo la sentenza del giudice è una condizione sufficiente per "perdonare" Zampieron. "In passato il comune sentire non era sufficientemente sensibilizzato dalle tematiche ambientaliste ed animaliste, anche perché ancora dipendente da una cultura che ammetteva lo sfruttamento degli animali. Nel corso degli ultimi anni, viceversa, ha avuto ingresso sia nella coscienza comune più diffusa, che in diritto, un diverso concetto che tiene conto da una parte del fatto che tutti gli esseri viventi sono capaci di provare dolore, e dall’altra che gli umani provano dolore nel riscontrare le sofferenze altri, comprese le sofferenze degli animali", recita la sentenza.

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