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La Cina supera gli Usa nella top ten del Pil, Italia fuori

Secondo gli ultimi dati di Fmi e Banca Mondiale, molti Paesi emergenti hanno scavalcato le vecchie potenze occidentali e l’Italia finisce fuori dalla top ten.
A cura di Antonio Palma
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È ormai sempre più il tempo di quelle che una volta venivano chiamate economie emergenti. Sono loro infatti a scavalcare di anno in anno le prime posizioni per ampiezza del Prodotto Interno Lordo a livello mondiale e a crescere economicamente. Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Banca mondiale e dal Fondo monetario internazionale nel corso del meeting annuale che si è tenuto a Washington e riportati da Repubblica, è evidente un tracollo delle vecchie potenze occidentali superate di gran lunga dai Paesi emergenti anche a parità di potere d'acquisto. Se nelle prime due posizioni c'è la conferma di un sorpasso annunciato, cioè quello dell'economia cinese su quella statunitense, guardando più giù in classifica si scopre che l'India balza al terzo posto superando Giappone e Germania, mentre la Russia e il Brasile si piazzano al sesto e settimo posto davanti alla Francia. A chiudere la top Ten del Pil mondiale sono l'Indonesia che conquista il nono posto, e l'Inghilterra relegata a fanalino di coda. Sparisce totalmente invece l'Italia, ormai esclusa dalle prime dieci per produzione di ricchezza.

La crisi economica mondiale

Eppure con il perdurare della crisi economica mondiale anche i Paesi emergenti hanno dovuto fare i contri con una flessione del Pil e soprattutto dei consumi, che in alcuni casi sono ritornati ai livelli del 2009. Anche la Cina è passata dal 7,5% di aumento del Pil nel secondo trimestre al 6,8% nel terzo, trascinando di conseguenza anche altre economie ad essa collegate visto che Pechino è diventato uno dei principali consumatori di materie prime. Non bisogna poi neanche dimenticare che il dato del Pil in questi Paesi è un dato controverso che certamente deve fare i conti con gli squilibri interni della popolazione. Spesso infatti questi Paesi restano "ricche nazioni piene di poveri" con la ricchezza concentrata in poche mani senza nessuna influenza sul tenore di vita della popolazione.

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