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“L’abbraccio militare tra Russia e Cina non avvicina la pace in Ucraina”. L’analisi dell’esperto

L’intervista di Fanpage.it a Philip Ivanov, accademico dell’Asia Society: “La profonda familiarità esibita dai due leader, Putin e Xi, e la visita all’Istituto di tecnologia di Harbin sono un messaggio all’Occidente: Pechino continuerà a sostenere le sforzo bellico di Mosca”. E la pace in Ucraina può attendere.
A cura di Riccardo Amati
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L’abbraccio di Harbin tra il presidente russo e quello cinese, “indica che tra i due c’è alchimia”. E “lancia il messaggio di un allineamento strategico in funzione anti-Usa”. La Cina “continuerà a sostenere lo sforzo bellico di Mosca con la fornitura dell’elettronica usata per missili e carri armati”. Quanto alle parole di pace pronunciate tra i due leader “sono un cenno all’Europa”, di cui Pechino ha quanto mai bisogno come partner commerciale. Ma “non sono sincere”. È quanto sostiene lo specialista delle relazioni sino-russe Philipp Ivanov, accademico dell’Asia Society e advisor di governi, istituzioni e aziende per le strategie e rischi politici.

Ivanov sottolinea quanto sia significativo Putin abbia visitato Harbin. La “piccola Mosca” della Cina, sviluppata dai russi ai tempi dell’ultimo zar come stazione sulla Ferrovia Orientale che attraverso la Manciuria giungeva fino a Vladivostok, non è più piccola — oltre dieci milioni di abitanti — ma resta il luogo più russo della Repubblica popolare e l’epicentro dei commerci tra i due Paesi.

Soprattutto, Harbin è la sede di un prestigioso istituto specializzato nelle tecnologie di avanguardia per la difesa. Significa missili, sistemi aerospaziali, e — secondo quanto ha scritto il Wall Street Journal — training di scienziati che lavorano ai programmi di armamento nucleare di Paesi come la Corea del nord. Putin si è fatto un’istruttiva passeggiata nei laboratori, mano nella mano o quasi con Xi. “Un segnale al mondo che la Cina continuerà a sostenere l’industria militare russia con le sue tecnologie”, dice Ivanov.

Secondo quanto ha riferito il Wall Street Journal citando funzionari dell’intelligence americana, nel 2023 il 90 per cento dell’import russo della microelettronica cruciale per la produzione di missili, carri armati e aerei da combattimento è arrivato dalla Cina. Si tratta di materiale a doppio uso, civile e militare. Pechino ha sempre smentito di fornire armi alla Russia per la guerra in Ucraina. Ma sta evidente sostenendo la più ambiziosa espansione dell’industria militare di Mosca dall’era sovietica. E in tempi record.

Philipp Ivanov
Philipp Ivanov

Fanpage.it ha analizzato con Philipp Ivanov gli aspetti militari e strategici del vertice tra Vladimir Putin e Xi Jinping. Sullo sfondo, la possibilità o meno che il leader cinese convinca il suo collega del Cremlino a negoziare la pace in Ucraina. Questa è l’intervista integrale:

Dottor Ivanov, nella cultura cinese abbracciarsi è cosa rara. Farlo in un’occasione ufficiale, a favore di telecamere e in modo plateale è roba che rasenta l’amplesso. Qual è il messaggio?

Esiste una significativa alchimia personale tra Putin e Xi, costruita sulla familiarità. Si sono incontrati ufficialmente più di 42 volte. E fondata sull’allineamento delle visioni del mondo, sui rispettivi interessi nazionali e sull’approccio comune al nazionalismo come motore chiave della politica interna ed estera. Russia e Cina non sono mai state così vicine prima. Sia economicamente che diplomaticamente e strategicamente. L'abbraccio è l'espressione di questa vicinanza e dell'allineamento delle personalità di Putin e Xi.

Il fatto che sia avvenuto a Harbin rende l’inedito abbraccio ancor più significativo?

Harbin è un hub chiave nel commercio sino-russo, nonché una città con un significativo patrimonio russo. L’Harbin Institute of Technology è la base principale per la ricerca cinese legata alla difesa ed è strettamente affiliato con l’Esercito popolare di liberazione. La mia ipotesi è che la visita di Putin all’Istituto sia anche un segnale agli Stati Uniti che Cina e Russia continueranno la loro cooperazione in materia di difesa. Potrebbe indicare che la Cina continuerà a rifornire Mosca di tecnologie e attrezzature critiche a duplice uso, nonostante la crescente minaccia delle sanzioni statunitensi.

Cosa sta attualmente fornendo la Cina all’industria militare russa?

Tecnologie a duplice uso, appunto. E attrezzature produttive necessarie per il complesso militare-industriale. Direttamente e attraverso paesi terzi.

I due paesi stanno preparando un’alleanza militare per guidare quello che definiscono “nuovo mondo multipolare”?

Dubito che Cina e Russia stipuleranno un’alleanza militare formale. Si tratta più di un allineamento strategico, geopolitico e geo-economico. Entrambe le nazioni sono grandi potenze fieramente indipendenti, con interessi distinti e una comprovata esperienza nell’agire da sole, piuttosto che in alleanza con altri.

Chiamiamolo pure “allineamento”, se non è un’alleanza. Quali ne sono i motivi profondi? E quale la valenza sullo scacchiere globale?

Sia per progettazione che per circostanze, Cina e Russia stanno lavorando insieme per far vedere che il potere economico americano è sostituibile. Hanno creato istituzioni economiche globali alternative e focalizzato strategicamente la loro attenzione economica e diplomatica sulle relazioni con i paesi del Medio Oriente, dell’Africa, del Sud America e del Sud e Sud-Est asiatico, offrendo un’alternativa all’ordine basato sulle regole occidentali. La Cina ha anche sviluppato le proprie capacità e piattaforme interne per ridurre la dipendenza tecnologica e finanziaria dall’Occidente, con la Russia che segue l’esempio, anche se su scala minore. La Cina ha la capacità di farlo da sola, ma con una grande potenza come la Russia — anche con una reputazione globale danneggiata — che lavora all’unisono, Pechino guadagna più credibilità nella sua pretesa di leadership in un mondo multipolare. Sia la Cina che la Russia giocano un ruolo debole nella competizione con gli Stati Uniti, ma una strategia combinata volta a intaccare l’attuale sistema internazionale, le sue regole e in particolare le sue dimensioni economiche, sta funzionando per Putin e Xi.

Detto tutto ciò e visto che la Cina continua a sostenere l’industria militare russa, le dichiarazioni di Putin e Xi su possibili negoziati con Kiev sono sincere?

No. Né la Russia né l’Ucraina sono disposte a negoziare in buona fede. La proposta di pace della Cina è un messaggio diplomatico, piuttosto che un serio piano di pace.

Certo, la Cina vuol mostrarsi come il grande mediatore. C’è qualcosa di nuovo, su questo tema, dopo il vertice di Pechino e Harbin?

La Cina ha moderato il suo linguaggio riguardo alle relazioni con la Russia, sottolineando che non sono rivolte contro alcun Paese e che non sono aggressive. Questo è un cenno di risposta agli europei e segue le osservazioni fatte da Xi nella sua recente visita in Francia. Ma la realtà è che la Cina continuerà a sostenere la Russia.

Quindi, un cenno all’Europa. Di cui la Cina ha bisogno come non mai per rilanciare la sua economia. E nei confronti degli Usa qual è il segnale?

Il linguaggio utilizzato riguardo agli Stati Uniti, con la condanna di quel che viene definito come “doppio contenimento” di Russia e Cina da parte di Washington, è divenuto ancor più forte durante questa visita. Ed è una chiara indicazione che Pechino e Mosca sono pienamente allineate nella loro valutazione dell’intenzione degli Stati Uniti di affrontare, contenere e indebolire la Cina e la Russi

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