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175 anni fa nasceva Claude Monet, il padre dell’Impressionismo

Il 14 novembre 1840 nasceva Claude Monet, padre ed ispiratore assoluto dell’Impressionismo. A 175 anni dalla sua nascita, ripercorriamo insieme l’evoluzione artistica del grande pittore francese attraverso 5 opere, alcune meno conosciute, altre divenute simbolo della sua arte nell’immaginario comune.
A cura di Federica D'Alfonso
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Celebrato anche in vita come uno dei padri, se non il padre in assoluto, del movimento impressionista, Monet diceva di avere "il solo merito di aver dipinto direttamente di fronte alla natura, cercando di rendere le mie impressioni davanti agli effetti più fuggevoli" e non amava essere stato la causa del nome dato a un gruppo, "la maggior parte del quale non aveva nulla di impressionista". Nonostante questo rifiuto concettuale, Claude Monet ha innegabilmente gettato le basi per la pittura impressionista e per uno studio della realtà fuori dai canoni ordinari, per poi distaccarsene in tarda età per ricreare qualcosa di totalmente nuovo, di ancora diverso. A 175 dalla nascita del grande artista, ripercorriamo attraverso alcuni dei suoi dipinti più belli la vita e il genio di Claude Monet.

1. La prima esposizione: la "Veduta di Rouelles"

Veduta di Rouelles, 1856
Veduta di Rouelles, 1856

Monet espone il suo primo quadro a soli sedici anni: si tratta di "Veduta di Rouelles", che nel 1856 viene esposta al pubblico a Rouen, una cittadina a nord ovest della Francia non lontana da Le Havre, il luogo dove il giovane Monet vive e frequenta la scuola. Proprio a scuola in effetti avviene il suo primo incontro con la pittura "en plain air", che sarà caratteristica distintiva di tutta la sua produzione successiva: studia disegno con Jacques François Ochard, allievo di Jacques-Louis David, e conosce l'artista Eugène Boudin, per sua stessa ammissione il suo unico vero maestro. Grazie a lui Monet comprende come i soggetti dipinti sul posto, che siano paesaggi o persone, abbiano una forza e una vivacità di tocco che mai si vedranno all'interno dello studio. Monet stesso dirà che i suoi occhi

finalmente si aprirono e compresi veramente la natura; imparai al tempo stesso ad amarla. L'analizzai con una matita nelle sue forme, la studiai nelle sue colorazioni. Sei mesi dopo annunciai a mio padre che desideravo diventare un pittore e che mi sarei stabilito a Parigi per imparare.

2. Come Manet: "La colazione sull'erba"

Le Déjeuner sur l'herbe, 1865
Le Déjeuner sur l'herbe, 1865

A Parigi Monet conosce Delacroix, Pisarro e Courbet, e trasferitosi in seguito nel piccolo centro di Chailly, avrà sempre presenti gli insegnamenti dei grandi maestri: nel 1865, passeggiando nel bosco di Fontainebleau, inizia a dipingere una tela che resterà però incompiuta. Si tratta della famosa "Déjeuner sur l'herbe", ispirata all'analogo, famoso quadro di Manet. L'idea è quella di dipingere una grande tela di sei metri per cinque, ma il dipinto non piace a Courbet, uno dei grandi maestri conosciuti a Parigi, e Monet lo lascia, incompiuto, come pegno per il pagamento della pensione dove aveva alloggiato. Lo avrà indietro nel 1884, ma in pessime condizioni: la tela era stata tagliata in due parti, entrambe oggi conservate al Musée d'Orsay.

3. Impressione. Levar del sole

Impressione. Levar del sole, 1872
Impressione. Levar del sole, 1872

Conservata oggi al Musée Marmottan Monet di Parigi, quest'opera è ritenuta una delle tele più significative del nascente movimento impressionista. Uno dei più alti esempi di pittura "en plein air", la scena rappresenta il sole che sta sorgendo nella località di Le Havre. Si distinguono solo alcuni dei dettagli che compongono la scena, come le due piccole imbarcazioni, mentre tutto il resto sembra essere solo abbozzato, e offuscato dalla nebbia mattutina. Il sole, rappresentato con un rosso molto acceso, riflette la sua luce nel mare: il disco rosso ha più o meno la stessa tonalità del cielo circostante, fenomeno che nella realtà non potrebbe mai accadere, poiché renderebbe praticamente impossibile distinguere il sole dal cielo che lo circonda. Questo errore fu "volontario" da parte di Monet: dona alla visione, o meglio all'impressione, un tratto fantastico e fuori dal comune, suggerendo una scena tratta dalla realtà ma successivamente modificata dall'immaginazione. Nel 1874 la tela verrà esposta al secondo piano del numero 35 di Boulevard des Capucines, in occasione della mostra del gruppo "Societé anonyme des peintres, sculpteurs et graveurs" composto, fra gli altri, da Monet, Cézanne, Degas, Renoir, Pissarro e Sisley, con finalità di polemica nei confronti della pittura allora di successo accettata regolarmente nei Salons. Proprio dal quadro di Monet deriva la denominazione utilizzata ancora oggi di "Impressionismo".

4. Monet a Londra: la serie del Parlamento

Londres, le Parlement. Trouée de soleil dans le brouillard, 1904
Londres, le Parlement. Trouée de soleil dans le brouillard, 1904

Nel 1899 Monet è a Londra, dove tornerà spesso nei tre anni seguenti. Nasce qui la serie di dipinti avente per soggetto l'imponente Parlamento della città. L'artista rappresenta l'edificio in vari momenti della giornata, osservando la scena con luci diverse, e realizzando così sempre lo stesso soggetto però con atmosfere totalmente diverse. Buona parte di questi ritratti sono stati eseguiti dallo stesso punto di vista, dal Saint Thomas Hospital, mentre andando avanti negli anni, Monet continuerà comunque a ritrarreil Parlamento pur non essendo più a Londra ma basandosi unicamente su alcune foto del luogo scattate da altre persone. Sono ben 14 i quadri conservati all'interno dei vari musei del mondo, mentre altri sono in mano a dei collezionisti privati.

5. Le Ninfee

Ninfee, 1904
Ninfee, 1904

Una serie di opere che Monet realizzò in età tarda, completamente ammaliato dalla bellezza di questi fiori, fra 1914 e 1926. Nel 1883 Monet si era trasferito con la sua seconda moglie, Alice Hoschedé, a Giverny. In quel periodo l'artista, come d'altra parte molti della sua generazione, viene influenzato fortemente dall'arte giapponese: decide di realizzare un giardino ispirato a questa cultura, con un ponticello e anche uno stagno ricco di ninfee, ma anche molti altri fiori come l'iris, i tulipani, le rose e anche alcune piante esotiche. In molti dei suoi quadri questi particolari compaiono puntualmente, e successivamente, negli ultimi anni della sua vita, Monet venne catturato completamente dalla bellezza e dal dettaglio delle ninfee in particolare, arrivando a studiarle nei minimi dettagli e facendole diventare soggetti indiscussi della sua pittura. Dipingere ninfee diviene una sorta di "diario quotidiano" per l'artista, che ne ha lasciate ben 250.

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