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Università di Pisa: un concorso pubblico per un vincitore già deciso. Aperta un’inchiesta

Il sospetto della Procura di Pisa è che, malgrado il concorso pubblico, il vincitore fosse stato già deciso dai “baroni”.
A cura di D. F.
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Un concorso pubblico, un vincitore presumibilmente già designato e un posto disponibile di professore ordinario al dipartimento di Economia e management all'Università di Pisa. Sono questi gli ingredienti di uno scandalo che sta investendo l'ateneo toscano e su cui sta indagando la Procura della Repubblica. Il sospetto dei magistrati infatti è che la commissione d’esame avesse già deciso a priori chi far vincere.

Tali sospetti non sono campati in aria bensì derivano da una registrazione nella quale il presidente di una delle commissioni esaminatrici, uno stimato docente universitario, sembra ammettere le presunte irregolarità. Spiega il Corriere: "Protagonista e presunta vittima della vicenda è Giulia Romano, tra le migliori ricercatrici del dipartimento di Economia e management. È stata lei a firmare la denuncia contro Luciano Marchi, presidente della commissione d’esame, Silvio Bianchi Martini, membro della commissione e direttore del dipartimento di Economia e management, e contro l’ex rettore Massimo Augello".

Ma cosa viene detto nelle registrazioni incriminate? Il presidente della Commissione d'Esame ammetterebbe che il profilo del concorso era stato cucito addosso ad un vincitore precedentemente designato "perché rientrava negli accordi". Chi ha l'"imprudenza" di opporsi e presentare ricorso corre il rischio di rimanere ricercatrice a vita perché nessuno mai più l’avrebbe sostenuta, dal momento che sarebbe come "dare un premio a chi ha remato contro". Perché "il rischio è quello dell’isolamento… in queste vicende una ha ragione, però appare come quella che rompe i c… e in questo caso tutto l’ateneo è coalizzato perché tu vai a rompere una logica".

Marchi, dunque, sembra confermare l'esistenza di un vero e proprio sistema che premia più i "fedeli" che i meritevoli. "Abbiamo sottoposto al vaglio della procura la registrazione — dice l'avvocato della donna che ha sollevato il caso — che è una valida prova documentale, affinché verifichi la violazione delle norme che regolano il reclutamento del personale accademico. Nella denuncia si chiede inoltre che si verifichi l’esistenza o meno di sistematiche condotte discriminatorie per l’accesso alle cattedre".

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