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Riapre il Parlamento padano: Bossi invoca la secessione consensuale [VIDEO]

Una secessione consensuale sul modello della Cecoslovacchia è quello che chiedono Umberto Bossi e Roberto Calderoli alla riapertura del Parlamento padano a Vicenza. Si rispolvera l’idea delle macro-regioni europee e l’annessione del nord-Italia ai Lander tedeschi.
A cura di Alessio Viscardi
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Parlamento padano: Bossi e Calderoli chiedono la secessione consensuale

L'annessione ai Lander tedeschi e una secessione consessuale di modello cecoslovacco, questo richiedono a gran voe i leader della Lega nord riuniti al Parlamento padano

Il popolo del nord si riunisce a Vicenza per la riapertura del Parlamento padano: l'organo consultivo supremo della Lega. “La Padania vincerà” promette Umbero Bossi dal palco “Lo stato italiano ha perso la partita. La guerra economica ha visto la sconfitta dell'Italia”. Toni apocalittici quelli utilizzati dal leader del partito e dal nuovo presidente del Paralmento padano: Roberto Calderoli: “Alla fine della guerra economica noi dobbiamo essere pronti per scrivere i trattati per l'Europa dei popoli”.

Riapre il Parlamento Padano: Bossi vuole la secessione

Il capo del Carroccio riafferma che “la gente è stanca di essere oppressa e vuole uscire da sistema centralista come quello italiano”. Bossi fa riferimento all'intellettuale di punta del pantheon leghista: Gianfranco Miglio, facendo anche distribuire a suo figlio Renzo alcune slides in cui vengono mostrate le cosiddette “macroregioni europee” e nelle quali la Padania è annessa ai Lander tedeschi.

“La Padania la si deve mettere in rapporto ai lander tedeschi e all'Austria. C'è un documento per la cooperazione e lo sviluppo per l'Unione Europea che prevede collegamenti transnazionali con i lander tedeschi e l'Austria” ribadisce l'ex-ministri, a cui fa eco la voce di Roberto Calderoli – eletto presidente per acclamazione dalla platea: “meglio star bene separati, che star male rimanendo insieme”. Poi annuncia la grande manifestazione indetta a Milano il 15 gennaio, per chiedere la “secessione consensuale” dall'Italia sul modello della Cecoslovacchia.

Il ruolo di ambasciatore della Padania a Roma è stato affidato a Roberto Maroni. L'ex-ministro degli interni ha anche criticato la possibilità di concedere la cittadinanza ai figli degli immigrati, definendola come una scusa per concedere il voto ai clandestini.

Incisivo anche l'intervento di Marco Reguzzoni, che contesta: “non siamo più pecore da tosare”. Anche lui cita Miglio: “dobbiamo combattere i parassiti, coloro che vivono sulle spalle di chi lavora e ha lavorato”. In finale di assemblea, tutti i convenuti hanno intonato il “Va pensiero” di Giuseppe Verdi – l'inno nazionale della Padania. A più riprese, dagli spalti è partito il grido invocante “secessione”.

All'esterno dell'assemblea, gruppi di antagonisti di sinistra si sono radunati per manifestare contro la Lega. L'area presieduta da poliziotti e forze dell'ordine, ha fatto sì che i manifestanti si siano diretti su di un tetto per srotolare uno striscione su cui si leggeva la scritta: “No alla farsa padana, tornatevene a Roma”.

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