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Prete accusato di sesso con minori. Il vescovo ai fedeli: “Non ditelo ai carabinieri”

Il parroco ha relazioni a pagamento con minorenni il vescovo cerca di coprire il caso: “Non parlate con i carabinieri”
A cura di Redazione
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Il giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria ha chiesto l'arresto di don Antonello Tropea, il parroco 44enne della chiesa di Messignadi frazione di Oppido Mamertina, cittadina già nota alle cronache per l'oscena tradizione "dell'inchino" della Madonna portata in processione sotto la casa del boss.

L'uomo è accusato di frequentare ragazzi minorenni. I capi di accusa sono "adescamento di minorenni e pedopornografia". Nelle venti pagine depositate in procura – e pubblicate in anterpima da Il Dispaccio – ci sarebbe tutta la ricostruzione della vita del prete che adescava giovani ragazzi via chat e offriva loro denaro in cambio di prestazioni sessuali. A denunciare tutto alla locale Curia di Oppido-Palmi una lettera anonima scritta da una donna dopo che le voci sull'attività sessuale del parroco si erano fatte sempre più insistenti. Nello stesso periodo in cui la curia riceveva la missiva la Squadra Mobile di Reggio Calabria aveva istruito un fascicolo di indagini a seguito del rinvenimento del prelato in macchina con un minorenne in un luogo appartato. Il parroco si sarebbe difeso dicendo di essere un insegnante di educazione fisica ma alcuni oggetti rinvenuti dalle forse dell'ordine avrebbero indotto la Polizia a proseguire con le indagini. Dopo due mesi di indagini, intercettazioni e testimonianze dei ragazzi è scattata la richiesta di arresto da parte del gip Scortecci di Reggio Calabria. Secondo quanto riportato nell'ordinanza il prelato sarebbe stato ben cosciente dell'età dei ragazzi che sarebbero stati adescati su Grinder un'app ben nota nel mondo omosessuale sulla quale il parroco utilizzava lo pseudonimo di Nicola – una scelta, probabilmente, dettata dal nome della sua parrocchia dedicata a San Nicola di Mira -.

Secondo quanto documentato dalla polizia gli incontri sarebbero avvenuti in auto ma anche, a volte, nella canonica della chiesa. Nonostante le indagini il vescovo della diocesi di Oppido-Palmi non ha disposto la sospensione né alcuna indagine. Sembra invece che il Vescovo abbia cercato di coprire il prete adottando "provvedimenti cautelativi né di minima verifica delle accuse rivolte all'indagato" e aggiunge che "neppure sarebbe tranquillizzante" se a trovare un altro luogo nel quale far scontare la detenzione fosse il vescovo Milito  che ha avuto "atteggiamenti particolarmente prudenti e conservativi dello status quo, dando pieno credito alla versione negatoria dello stesso accusato". Quest'ultimo avrebbe, inoltre, consigliato ai fedeli di"evitare di parlare con i carabinieri" poiché le loro testimonianze avrebbero potuto "far degenerare le cose".

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