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Per pagare gli stipendi ai dipendenti non versa 700 milioni di Iva: il giudice lo assolve

“Non potevo abbandonarli, per me sono come figli” ha spiegato l’imprenditore aretino nel corso della causa: gli hanno riconosciuto la mancanza di dolo. Rischiava una condanna dai sei mesi a due anni, in quanto non avrebbe pagato le tasse, pur di garantire il pagamento degli stipendi ai suoi dipendenti.
A cura di Biagio Chiariello
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700 milioni di euro di Iva non versati. Ma per una buona causa: pagare gli stipendi dei suoi dipendenti.  Ed è proprio per questo motivo che il giudice del tribunale di Arezzo, ha assolto un imprenditore di infissi del Casentino per mancanza di dolo. A raccontare la storia è il quotidiano La Nazione, secondo cui il protagonista della vicenda giudiziaria, rischiava una pena dai sei mesi ai 2 anni e la confisca dell'equivalente della somma non corrisposta allo Stato.

La crisi economica dell’uomo comincia in pieno periodo di recessione, nel 2001, quando arrivano i primi insoluti. Le banche iniziano a limitargli l’accesso al credito, e in breve tempo arriva la liquidazione dell’azienda e il concordato preventivo, che però non trova sbocchi: è fallimento. L’uomo però non si dà per vinto: inaugura una nuova società che acquista dalla curatela la vecchia azienda e 120 dipendenti possono continuare a lavorare. Inoltre, l’imprenditore, con quel che rimane della liquidità, decide di pagare i dipendenti. Lo fa però mancando il pagamento di 700 mila euro di Iva all’agenzia delle entrate.

“Una decisione coraggiosa presa dal giudice Faltoni, per la prima volta ad Arezzo”, ha commentato l’avvocato Osvaldo Fratini, che ha difeso l’imprenditore. “Abbandonarli – ha detto il protagonista della storia al giudice durante l'udienza – sarebbe stato come abbandonare i miei figli”. L'azienda “non è soltanto una fonte di reddito ma quasi una missione”. “Limitandosi solo a considerare il mancato pagamento dell’Iva, l’imputato non poteva che essere considerato colpevole, ma allargando l’analisi nel caso in questione è stato dimostrato come l’imputato abbia cercato fino in fondo di salvare la sua azienda ed i posti di lavoro” ha spiegato l’avvocato Fratini nella sua arringa. E il giudice gli ha dato ragione.

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