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Ogm, l’UE trova la quadra: “Gli stati decideranno se coltivarli o meno”

Greenpeace e Slow Food mettono in guardia: “Il testo presentato dalla Grecia dà poche garanzie di reggere in sede legale. Quei paesi, come l’italia, che vogliono dire no agli ogm sarebbero esposti alle ritorsioni legali del settore biotech”.
A cura di Davide Falcioni
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La percentuale di italiani favorevoli agli OGM è calata nel 2010 al 24%, con una media-UE di poco superiore.
La percentuale di italiani favorevoli agli OGM è calata nel 2010 al 24%, con una media-UE di poco superiore.

Sulla coltivazione di prodotti agricoli geneticamente modificati saranno i singoli stati ad avere l'ultima parola, decidendo se ammetterli, vietarli parzialmente oppure completamente. L'accordo legislativo andrà trovato nel corso del semestre di presidenza italiana dell'UE, anche se il ministro italiano Gianluca Galletti ha dichiarato, a margine di un incontro con i colleghi europei in  Lussemburgo: "A Lussemburgo per consiglio dell'ambiente Ue, ribadisco no Italia a ogm. Partita da vincere, come quelle di Brasil2014". Poche ore dopo il ministro ha twittato nuovamente: "Su #ogm in ue vince la linea italiana. Orgogliosi dell'accordo raggiunto. #Libertàdiscelta per gli stati e l'italia dice no agli #ogm". Il ministro ha poi spiegato: "Chiedo a ogni Paese Ue un aiuto per arrivare a chiudere entro la fine dell'anno il dossier sulla libertà di coltivazione o meno". Galletti ha ribadito che da parte dell'Italia "c'è il massimo impegno. E credo che se riuscissimo a ottenere questo obiettivo, daremo un segnale molto forte ai nostri Paesi anche sull'unità dell'Europa".

Ogm, Slow Food e Greenpeace: "L'accordo è una trappola"

Se il ministro esulta, però, importanti organizzazioni come Slow Food e Greenpeace ritengono che l'accordo sia una trappola "per i paesi che non vogliono gli Ogm". In una nota congiunta le due associazioni hanno spiegato che "il testo presentato dalla Grecia dà poche garanzie di reggere in sede legale. Quei paesi, come l'italia, che vogliono dire no agli ogm sarebbero esposti alle ritorsioni legali del settore biotech". Questo testo, poi, "impedisce agli stati membri di utilizzare le motivazioni legate ai rischi per salute e l'ambiente derivanti da colture ogm per limitarne la coltivazione a livello nazionale". Slow Food e Greenpeace hanno quindi chiesto ai parlamentari europei di "rafforzare la legge norma sulla ri-nazionalizzazione per garantire reale solidità giuridica alle iniziative di quegli stati membri che intendono vietare la coltivazione di ogm sul proprio territorio".

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