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Monti pronto a metter mano alle pensioni ma i sindacati sono sul piede di guerra

Cgil, Cisl e Uil furiose per le indiscrezioni sul mancato adeguamento delle pensioni all’inflazione e sull’innalzamento a 43 anni di contributi per le pensioni di anzianità. E a Monti chiedono un incontro quanto prima.
A cura di Alfonso Biondi
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Cgil, Cisl e Uil furiose per le indiscrezioni sul mancato adeguamento delle pensioni all'inflazione e sull'innalzamento a 43 anni di contributi per le pensioni di anzianità. E a Monti chiedono un incontro quanto prima.

Blocco del recupero inflazionistico per le pensioni del 2012, innalzamento delle aliquote per i lavoratori autonomi di due punti percentuali, innalzamento del numero di anni necessari per il riconoscimento della pensione di anzianità. Sono solamente alcune indiscrezioni, nulla di certo. I sindacati, però, sono già in sul piede di guerra. Quello che a Cgil, Cisl E Uil appare estremamente chiaro è che prima di una riforma ordinata e (possibilmente) condivisa del sistema previdenziale, le pensioni serviranno allo Stato per fare cassa e saranno parte di quei 25 miliardi previsti dalla prossima manovra. Le intenzioni di Mario Monti sembrano essere proprio queste, anche se di ufficiale non c'è ancora nulla. Per questo motivo i sindacati spingono per un tavolo di concertazione, perché non vogliono ingoiare il rospo senza aver prima combattuto o senza aver formulato proposte alternative.

In un intervento a Canale 5, Raffaele Bonanni ha fatto sapere di ritenere molto grave che sulla questione non ci sia stato alcun confronto. "Monti farebbe bene a convocare le parti sociali e non si faccia convincere da chi non vuole" ha ammonito il segretari generale della Cisl, lamentando la mancanza di un proficuo dibattito anche per quanto riguarda "i privilegi della previdenza" di cui godono "850mila persone in regime speciale che non sono mai state toccate".

Un intervento, il suo, sicuramente in linea con quello di Susanna Camusso. "Credo sia giunta l'ora che il governo chiami le parti e ponga il tema di quali scelte intende fare e di come intende discuterne" aveva dichiarato ieri il numero uno della Cgil prima di partecipare a un incontro a Bologna. La Camusso ha poi ricordato che "il 40 è un numero magico e intoccabile", riferendosi agli anni di contributi che consentono di andare in pensione a qualsiasi età (senza dover raggiungere le famose quote "età + anni di contributi"). Sull'ipotesi di portare a 42-43 gli anni di contribuzione necessari per avere la pensione di anzianità molto critico anche Angeletti della Uil, che ha parlato di un provvedimento decisamente ingiusto per i lavoratori che non ne trarrebbero alcun beneficio. Ora gli occhi sono tutti puntati sul professore della Bocconi.

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