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Milano, sit in dei lavoratori Coca-Cola contro gli oltre 300 licenziamenti

Centinaia di dipendenti della multinazionale scioperano a Milano contro gli esuberi. I sindacati: “I licenziamenti un fulmine a ciel sereno”.
A cura di Davide Falcioni
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Dopo 126 anni la Coca Cola sarà costretta a non utilizzare più la sostanza al caramello che le conferiva l'inconfondibile colore. Il motivo Una legge dello Stato della California la ritiene cancerogena.

Presidio dei lavoratori della Coca Cola, che da stamattina stanno protestando di fronte ad Assolombarda contro i tagli che la multinazionale ha annunciato in Italia. Più di 300 dipendenti rischiano di finire in mezzo alla strada dopo l'apertura, da parte della società, di una procedura di licenziamento collettivo per 249 dipendenti addetti alle vendite, ai quali vanno aggiunti altri 57 esuberi per la chiusura dello stabilimento di Campogalliano, in provincia di Modena. I sindacati Fai, Flai e Uila incontreranno nelle prossime ore i rappresentanti dell'azienda, ai quali chiederanno di "ritirare la procedura di mobilità e un piano sociale di lungo periodo che preveda incentivi economici per chi aderisce volontariamente al piano mobilità con possibilità ricollocazioni". Gennaro De Falco Della Fai Cisl Milano, si dice preoccupato per "il comportamento dell'azienda, che dice solo che deve fare presto". Quello odierno quindi sarà un "incontro decisivo per sostenere la vertenza", ma la "discussione è molto difficile e le premesse non sono buone".

I sindacati: "Nel 2013 la divisione italiana di Coca-Cola ha generato utili per 70 milioni di euro"

La procedura di licenziamento collettivo era stata aperta lo scorso 16 luglio e, secondo i sindacati, si è trattato di "un fulmine a ciel sereno che si è abbattuto sui dipendenti Coca Cola. Lo stesso 16 luglio, alle quattro della mattina – riferiscono le sigle- le organizzazioni sindacali e la direzione Coca Cola sottoscrivevano l’accordo integrativo di Gruppo, in cui oltre ad un premio totale di circa 6.000 euro per il periodo 2014-2016, si affermava che è intenzione dell’azienda consolidare l’occupazione nel nostro paese, ritenuto strategico dal Gruppo Coca Cola". "Solo poche ore dopo – spiegano – alle quattro del pomeriggio dello stesso 16 luglio, quelle affermazioni perdevano ogni senso e l’azienda dimostrava la sua schizofrenia: il nostro paese cessava di essere strategico e il consolidamento dell’occupazione diventava un miraggio, dal momento che il Gruppo Coca Cola comunicava l’intenzione di licenziare più di 300 dipendenti". "Struttura produttiva, assistenza tecnica, sede amministrativa e ora struttura commerciale sono state fortemente ridimensionate, e non c’è alcun segnale che sia finita qui! E’ evidente – riferiscono ancora i sindacati – che Coca Cola non considera più strategico il nostro paese, o quanto meno non ritiene più opportuno reinvestire in termini occupazionali una parte di quegli utili che ogni anno l’Italia garantisce al Gruppo di Atlanta. Nel 2013, pur in presenza di una situazione di crisi, la divisione italiana ha generato ben 70 milioni di euro di utili".

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