633 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Luca Ronconi. Chi era il Maestro del teatro italiano in 4 punti

Ci lascia uno dei più importanti maestri del teatro del Novecento, Luca Ronconi, proprio nel momento in cui si dibatte sulla sua ultima fatica, “Lehman Trilogy”, tuttora in scena al Piccolo Teatro. Una perdita incolmabile per la cultura italiana. Noi proviamo a raccontarvi il perché in 4 punti.
A cura di Andrea Esposito
633 CONDIVISIONI
Immagine

È di poche ore fa la notizia della morte del Maestro Luca Ronconi. E pensare che non è trascorso nemmeno un mese da quando sul palcoscenico del Piccolo Teatro, il suo palcoscenico, dava alla luce l’ultimo monumentale lavoro, quel “Lehman Trilogy” che resterà in scena fino al 15 marzo e le cui repliche in programma assumono ora un valore simbolico straordinario e, per gli addetti ai lavori, addirittura storico.

Ronconi era malato da tempo e l’8 marzo avrebbe compiuto 82 anni. Prima del debutto di “Lehman”, il 29 gennaio scorso, avevamo provato a organizzare con lui una video intervista per raccontarvi “Chi è Luca Ronconi”. Le sue condizioni di salute e i suoi molti impegni non ce l’hanno permesso. Ora che il Maestro non c’è più vogliamo ricordarlo con le quattro cose che, secondo noi, hanno fatto di lui un punto di riferimento imprescindibile e su cui avremmo voluto discutere con lui.

1 – La rivoluzione dello spazio scenico. L’aspetto forse più dirompente del teatro di Luca Ronconi è quello di aver rotto i ponti con il teatro stesso, inteso come spazio teatrale, proponendo rappresentazioni svincolate dal classico rapporto sala-palcoscenico. L’esempio obbligato è l’“Orlando Furioso” del 1969 nella riscrittura del grande poeta genovese Edoardo Sanguineti. In pratica Ronconi, sulla scia delle neo avanguardie americane, introdusse per primo in Italia concetti come: simultaneità di azione: gli attori recitano più scene contemporaneamente in spazi diversi; libertà di fruizione dello spettatore che può decidere autonomamente quale parte del racconto seguire; esplosione liberatoria dell’evento teatrale: lo spettacolo diventa un happening in cui il pubblico è parte attiva.

2 – L’attore ronconiano. Con ogni probabilità il lascito più importante di Ronconi nel teatro italiano di oggi è quello legato agli attori, i quali una volta passati per le sue mani venivano marchiati a vita come “ronconiani”. Massimo Popolizio, Fausto Russo Alesi, Pia Lanciotti, Galatea Ranzi, Massimo De Francovich, solo per fare qualche esempio. Ma quali sono le caratteristiche della recitazione ronconiana? In sintesi: niente “secrezioni di sentimenti”, come lui stesso diceva, “se un attore esterna dei sentimenti, i sentimenti di chi sono?”; conoscenza maniacale del testo e della sua “musicalità”, nessuno spazio per l’improvvisazione; l’attore è costretto a confrontarsi profondamente con se stesso e non con l’idea che ha di sé in un corpo a corpo costante con il regista.

3 – I testi impossibili. La caratteristica che contraddistingue l’opera di Luca Ronconi è la sua multiformità e l’eclettismo con cui trasformava in drammaturgia, in parola in azione, “testi impossibili”: da un romanzo fiume come “I fratelli Karamazov” o “Gli ultimi giorni dell’umanità” di Karl Kraus, fino ad arrivare a “Infinities” del cosmologo John David Barrow, a “Lo specchio del diavolo” dell’economista Giorgio Ruffolo e addirittura a “Biblioetica”, un dizionario a cura di Corbellini, Donghi, Massarenti.

4 – La sfida al pubblico. Ronconi era certamente un regista esigente verso il pubblico: la durata dei suoi spettacoli è spesso stata giudicata sovrabbondante, anche alla luce dei testi, tanto inusuali e innovativi quanto complessi. In realtà Ronconi sfidava il pubblico su un altro terreno, quello della libertà dalle convenzioni culturali e da qualsiasi forma di mediazione. Il pubblico diceva, “non deve essere mediato, bensì immediato”, e ancora “non deve identificarsi con i personaggi e con i loro sentimenti. Questa mi pare una cosa mostruosa!”.

633 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views