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“La videosorveglianza c’è ma non funziona”, ecco come sono evasi da Sollicciano i 3 detenuti

È caccia all’uomo per riacciuffare i tre detenuti evasi lunedì scorso Ciocan Danut Costel, Bordeiano Costel e Doncin Constantin Catalin. Dopo il fatto però i sindacati di polizia denunciano la mancanza di misure di sicurezza nelle carceri.
A cura di Antonio Palma
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Il sistema di allarme antiscavalcamento delle mura "non ha funzionato" e la videosorveglianza "c'è ma non funziona", così sarebbero evasi i tre detenuti del carcere fiorentino di Sollicciano che nella serata di lunedì sono riusciti a calarsi con delle lenzuola e successivamente a dileguarsi nella campagna circostante senza che nessuno se ne accorgesse.  A denunciarlo è il Sappe, il sindacato di polizia penitenziaria, che punta il dito sula mancanza di manutenzione agli impianti dell'istituto, già datati, oltre che sulla cronica mancanza di personale di vigilanza. I tre evasi, Ciocan Danut Costel, Bordeiano Costel e Doncin Constantin Catalin, infatti erano reclusi in un sezione a cosiddetto regime di sorveglianza dinamica cioè dove non è prevista  la presenza costante di un agente e i detenuti possono passeggiare liberamente nel corridoio fuori dalle celle.

Per questo oltre a sbarre e mura avrebbe dovuto funzionare il sistema di videosorveglianza che però in alcuni tratti sarebbe stato guasto. In base ad una prima ricostruzione della fuga, i tre si sarebbero  nascosti nel vano scale dove approfittando dei rumori hanno divelto il telaio di una finestra con sbarre grazie alla loro abilità di scassinatori professionisti e  si sono calati con le lenzuola annodate in un camminamento esterno fra l'edificio e il muro di cinta.

Qui hanno percorso indisturbati oltre 150 metri raggiungendo la porta carraia sul retro del carcere senza che nessuna telecamera li riprendesse. Infine hanno anche avuto il tempo di scavalcare un muro di cinta di sei metri, non sorvegliato perché inagibile da tempo, calandosi dall'altra parte  con delle corde fatte di lenzuola. Solo a questo punto una telecamera funzionante li ha inquadrati facendo scattare l'allarme ma ormai  era tropo tardi per fermarli.

Per riacciuffarli ora è caccia all'uomo da parte di tutte le forze dell'ordine che hanno predisposto anche controlli speciali nelle stazioni ferroviarie e dei bus della zona. Carabinieri e polizia stanno cercando di fare terra bruciata intorno a loro controllando una rete di fiancheggiatori emersa nelle ultime indagini a loro carico, oltre che amici e parenti. Perquisiti anche tutti i covi conosciuti fino  questo momento, purtroppo senza esito. Al momento ancora non è chiaro nemmeno come si siano dileguati. A questo proposito si cercano immagini utili riprese da  telecamere di sorveglianza della zona.

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