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La “dottoressa morte” accusata di 300 omicidi per liberare i posti in ospedale

La donna, un’anestesista brasiliana di 56 anni, è stata arrestata con l’accusa di aver provocato la morte di sette pazienti, ma gli inquirenti sospettano di centinaia di casi analoghi.
A cura di Antonio Palma
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La dottoressa brasiliana Virginia Soares de Souza è sospettata di essere responsabile della morte di circa 300 pazienti tutti ricoverati nel reparto di terapia intensiva dell'Ospedale Evangelico di Curitiba nello stato del Paraná. La signora, un'anestesista vedova di 56 anni, per il momento è stata arrestata dalla polizia brasiliana con  l'accusa di aver ucciso sette persone anche se è stata poi scarcerata in attesa di una decisione del giudice. Secondo gli inquirenti il movente finale degli omicidi della dottoressa era quello di liberare posti letto nell'ospedale dove lavorava e per questo somministrava ai pazienti prescelti del medicinale muscolo-rilassante per poi ridurre la somministrazione di ossigeno e farli morire di asfissia.Come ha spiegato Mario Lobato, che conduce le indagini per conto del ministero della Sanità brasiliano, la morte dei sette pazienti nel mirino dell'inchiesta è avvenuta in circostanze molto simili, ma nello stesso ospedale nel corso del tempo ci sono stati più di 20 casi di decessi analoghi e altri 300 devono essere ancora esaminati.

Indagati sei medici del suo staff – Insieme alla dottoressa Soares De Souza, che era a capo dell'unità di terapia intensiva dal 2005, sotto inchiesta sono finiti anche sei medici del suo staff e un infermiere dell'ospedale. La donna rigetta tutte le accuse ma alcune intercettazioni telefoniche sembrano incastrarla. La dottoressa parlando al telefono aveva detto "Voglio ripulire il reparto" e "Sfortunatamente la nostra missione è quella di essere gli intermediari sul trampolino verso la prossima vita". I suoi legali fanno sapere che le interecettazioni registrate dalla polizia sono state fraintese ma in mano agli inquirenti c'è anche la testimonianza di un addetto sanitario dell'ospedale che ha confermato "Si sentiva Dio. Faceva quello che voleva e anche altri tre medici agivano come lei".

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