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Inflazione bassa, Draghi avverte: “C’è una cospirazione di forze per tenerla giù”

Ma il governatore della Bce assicura: “Non staremo fermi. Bisogna agire subito, sarebbe rischioso aspettare”. L’invecchiamento della popolazione, l’andamento delle materie prime a lungo termine e l’evoluzione tecnologica, tra le “forze” citate da Draghi.
A cura di Biagio Chiariello
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“Ci sono forze nell’economia globale di oggi che cospirano per tenere bassa l’inflazione“ e queste forze “potrebbero ritardare il ritorno dell'inflazione verso il nostro obiettivo”. Sono parole importanti quelle pronunciate dal presidente della Bce, Mario Draghi, in un discorso alla Bundesbank. “Ma non vi è alcuna ragione per cui esse dovrebbero portare a una inflazione più bassa in modo permanente” sottolinea comunque l’economista. E n ogni caso la Banca centrale europea “non si arrenderà davanti alla bassa inflazione”, ha detto ancora Draghi. “Anche di fronte a shock globali prolungati è ancora la politica monetaria che determina a medio termine la stabilità dei prezzi. Se non ci arrendiamo alla bassa inflazione, e di certo non lo faremo, allo stato attuale torneremo a livelli coerenti con il nostro obiettivo”, che è di un aumento dei prezzi “vicino al 2%”. In questo quadro “il rischio di agire troppo tardi supera i rischi di agire troppo presto“, ha avvertito.

Ma quali sono queste “forze” che tengono bassa l'inflazione? Draghi cita l'invecchiamento della popolazione, l'andamento delle materie prime a lungo termine e l'evoluzione tecnologica, e soprattutto il commercio elettronico che spinge la concorrenza. Poi anche la globalizzazione, che impedisce ai Paesi sviluppati di importare la disinflazione dall'esterno. Ognuno di questi fattori ha un impatto che non può essere negato ma "niente suggerisce che i loro effetti siano permanenti", sottolinea Draghi. Quello che conta è che le banche centrali agiscano nell'ambito dei loro mandati per attuarli. Nell'area euro, questo può creare sfide diverse da quelle poste in altre giuridizioni. Ma queste sfide possono essere mitigate – ha concluso Draghi -. E non giustificano l'inazione".

 Il ‘non arrendersi' predicato da Draghi si può tradurre nel bollettino della Bce che chiarisce come il consiglio direttivo di Francoforte dovrà "rivedere ed eventualmente riconsiderare l'orientamento della politica monetaria agli inizi di marzo quando saranno disponibili le nuove proiezioni macroeconomiche degli esperti dell'Eurosistema relative anche al 2018". Il bollettino parla anche di crescita "globale modesta e disomogenea" e annuncia tassi "ai livelli attuali o inferiori" ancora a lungo.

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