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India, ok alle casa di cura per “normalizzare” gay e lesbiche

Lo stato federale del Goa sta progettando l’apertura di centri in stile Alcolisti Anonimi dove saranno amministrate terapie e farmaci ai giovani della comunità Lgbt.
A cura di Biagio Chiariello
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Una sorta di riunione sullo stile di quelle organizzate dagli Alcolisti Anonimi, ma per “normalizzare” i giovani della comunità Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali). Il governo dello Stato indiano di Goa ci sta pensando seriamente, come ha dichiarato il ministro dello Sport e della Gioventù, Ramesh Tawadkar, a margine di un evento tenutosi a Panaji per lanciare il piano dello Stato di Goa per la gioventù. Il ministro, appartenente al Bjp del premier indiano Narendra Modi, ha insistito sul fatto che "riporteremo i membri della comunità Lgbt alla normalità. Creeremo per loro appositi centri, come quelli per gli Alcolisti Anonimi. Li addestreremo e daremo loro farmaci". Ammettendo poi che, come avviene per altri ‘gruppi target’, come può essere per gli imputati minorenni, i tossicodipendenti, i giovani immigrati o quelli più economicamente svantaggiati, anche il gruppo Lgbt "necessita attenzione", Tawadkar ha aggiunto che "faremo un approfondito studio su di esso in modo da poter meglio affrontare i suoi problemi".

 Le reazioni

Ma le reazioni alla proposta del Governo indiano, non si sono fatte attendere. Per Ritu Parna, "queste affermazioni sono ridicole e costituiscono un passo indietro rispetto all'evoluzione del pensiero moderno". Più caustica la risposta di un altro attivista, Anand Grover, secondo cui il ministro "farebbe bene a farsi fare un controllo per verificare la sua normalità".

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