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Financial Times: “Se vincerà il No al referendum, l’Italia rischia l’uscita dall’Euro”

Un editoriale del Financial Times dipinge uno scenario nefasto in caso di vittoria del fronte del No al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre, che potrebbe provocare non solo l’esplodere dei populismi in Italia e in tutta Europa, ma anche l’uscita dall’Euro del Belpaese.
A cura di Charlotte Matteini
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Non solo la Banca d'Italia, ma anche Bloomberg e il Financial Times sostengono che il referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre sarà uno snodo fondamentale per i mercati internazionali, che potrebbero risentire del risultato che uscirà dalle urne. La previsione del Financial Times, che nella giornata di ieri ha pubblicato un editoriale dedicato a firma di Wolfgang Münchau, condirettore della testata, è però decisamente più nefasta rispetto alle altre. Nell'editoriale, Münchau infatti sostiene che in caso di vittoria del fronte del No al referendum costituzionale lo scenario che si andrebbe a delineare per l'Italia sarebbe veramente infausto, arrivando perfino a prevedere l'uscita del Belpaese dall'Euro. Un vero e proprio "political chaos". Un futuro apocalittico, quello descritto dall'editorialista e condirettore del Financial Times, che sottolinea come un'ipotetica vittoria del No potrebbe aprire la strada a un vero e proprio trionfo dei populismi, non solo in Italia ma in tutta Europa, specialmente dopo che nel corso di quest'anno si è assistito alle impreviste vittorie della Brexit e, soprattutto, di Donald Trump, che dal 2017 per quattro anni sarà ufficialmente il nuovo presidente degli Stati Uniti d'America.

Insomma, Münchau prevede una vera e propria disgregazione dell'Europa, che comincerà proprio a partire dall'affermazione del fronte del No al referendum costituzionale. "Il 5 dicembre l'Europa potrebbe svegliarsi con l'immediata minaccia della disintegrazione", scrive l'editorialista inglese. "Da quando l'Italia nel 1999 è entrata nell'euro la sua produttività totale è stata di circa il 5%, mentre Germania e Francia hanno superato il 10%", un fattore che potrebbe non crescere affatto in caso di vittoria del No, ma anzi potrebbe addirittura crollare inesorabilmente. Secondo Münchau, inoltre, ad alimentare la crescita esponenziale dei populismi europei, in testa Lega e Movimento 5 Stelle per l'Italia, sarebbero state soprattutto le politiche di austerity imposte nel triennio 2010 – 2012, in piena crisi economica. Accanto al risultato referendario del Belpaese, però, anche le elezioni presidenziali francesi della primavera 2017 pongono in serio rischio per la tenuta dell'Unione: una eventuale vittoria di Marine Le Pen, secondo Münchau, potrebbe destabilizzare ulteriormente il clima europeo, perché potrebbe portare a una sorta di "Frexit" che in questo caso, sommato alla Brexit e allo scenario infausta di un sopravvento di Lega e 5 Stelle in Italia, potrebbe causare l'imminente sciogliemento dell'Unione europea.

In che modo si potrebbe dunque evitare l'apocalisse europea? Secondo l'editorialista del Financial Times una possibilità esiste ed è nelle mani della cancelliera Angela Merkel, che proprio ieri ha annunciato di aver deciso di ricandidarsi per il quarto mandato presidenziale. "Se Merkel accettasse ciò che ha finora rifiutato: una road map verso una piena unione fiscale e politica", l'Europa potrebbe salvarsi in extremis. Andrebbe inoltre rafforzato "l'European Stability Mechanism", il sistema di salvataggio dei Paesi dell'eurozona che però non è progettato per salvare Paesi delle dimensioni di Italia e Francia. In ogni caso, nonostante le infauste previsioni per la Francia lepenista, secondo Münchau la possibilità più concreta "resta non un collasso dell'Ue o dell'euro ma un'uscita di uno o più Paesi, verosimilmente l'Italia, ma non la Francia".

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