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Sudan, esercito accetta tregua di 24 ore: paramilitari assaltano personale Onu e di altre ong

Tregua di 24 ore in Sudan dopo che l’esercito ha accettato la proposta di cessata il fuoco concordata dalle forze paralimilitari sudanesi (Rsf) dopo l’appello del Segretario Usa Blinken. La tregua inizierà questa sera.
A cura di Chiara Ammendola
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Dopo lunghe ore di contrattazione, l'esercito sudanese ha deciso di accettare il cessate il fuoco di 24 ore a partire da questa sera. In precedenza l'esercito sui propri canali social aveva respinto l'idea di una tregua, accusando Mohamed Hamdan Dagalo di mobilitare nuove forze per combattere.

Lo stesso Dagalo, capo delle forze paralimilitari sudanesi (Rsf), aveva fatto sapere di aver approvato un cessate il fuoco in seguito a un confronto con il Segretario di Stato americano, Antony Blinken. Dagalo e il suo rivale Abdel Fattah al-Burhan, capo dell'esercito sudanese, sono ex alleati a capo del colpo di stato avvenuto in Sudan nell'ottobre 2021.

L'Onu chiede stop alle ostilità: riprendano i negoziati

Un appello per la tregua è arrivato anche dall'Alto Commissario Onu per i diritti umani, Volker Türk, che ha chiesto l'immediata cessazione delle ostilità in Sudan e ha chiesto alle parti in conflitto di tornare al tavolo dei negoziati. “Questo paese ha già sopportato così tanto dolore e sofferenza – ha spiegato Türk – i combattimenti nascono da giochi di potere e interessi personali che servono solo ad allontanare le aspirazioni democratiche della popolazione”.

Secondo Türk ci sono "migliaia e migliaia di civili intrappolati nelle loro case, al riparo dai combattimenti, senza elettricità, impossibilitati ad avventurarsi fuori e preoccupati di rimanere senza cibo, acqua potabile e medicine".

Donne aggredite sessualmente dai paramilitari

Intanto uomini armati, probabilmente paramilitari delle Rsf sudanesi, hanno fatto irruzione in abitazioni di dipendenti dell'Onu e altre organizzazioni internazionali non-governative nel centro di Khartum: lo scrive il sito di Bloomberg sintetizzando un "documento interno" delle Nazioni unite e precisando che "personale armato ha aggredito sessualmente donne e rubato auto e altri beni". Inoltre "è stato riportato un episodio di stupro" e vi sono stati rapimenti.

Almeno due gli uomini, entrambi di nazionalità nigeriana, che lavorano per un'organizzazione internazionale, che sono stati rapiti. Una granata sparata da un lanciarazzi ha colpito la residenza di un dipendente locale delle Nazioni Unite a Burri, un quartiere di Khartum.

Mentre continua a salire il bilancio delle vittime degli scontri. Secondo il bilancio fornito da Medici Senza Frontiere, in totale sono 183 le persone ferite e 25 i morti registrati finora presso l’ospedale di El Fasher.

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