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E Alfano torna a parlare del Ponte sullo Stretto di Messina

Il ministro dell’Interno annuncia la presentazione di un progetto di legge dedicato alla costruzione del Ponte sullo Stretto.
A cura di Redazione
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“Non vediamo il motivo perché non si debba più parlare del Ponte sullo stretto: presenteremo un disegno di legge che rimetta in moto il progetto del Ponte sullo stretto”. Con queste parole, pronunciate nel corso della presentazione del piano per lo sviluppo del Mezzogiorno ‘Risorsa Sud – il Mediterraneo del Nord: un’opportunità per l’Italia’, redatto dalla sua componente parlamentare, il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha riaperto un dibattito che francamente sembrava seppellito da ben più urgenti preoccupazioni.

Area Popolare, dunque, intende riproporre il progetto abortito qualche anno fa dopo la constatazione di difficoltà tecniche e costi eccessivi. Ricordiamo, ad esempio, che dopo le quattro gare internazionali a cavallo tra il 2004 ed il 2005 ad aggiudicarsi l’appalto di General Contractor fu l' Associazione Temporanea di Imprese Eurolink SCpA (che comprendeva Impregilo, Sacyr, Coop Muratori e Cementisti e altre società) con un'offerta di 3,88 miliardi di euro e un tempo di realizzazione dell'opera stimato in 5 anni e 10 mesi. Il preventivo iniziale, per i soli lavori di costruzione della struttura, lievitò poi a 8 miliardi di euro.

Da tempo è in corso un contezioso, con una richiesta risarcitoria avanzata dal concessionario dopo la messa in liquidazione della Società Ponte sullo Stretto di Messina. Una situazione complessa, al punto che solo qualche mese fa l’allora ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Maurizio Lupi (anche lui di Area Popolare) ribadiva che il Governo non aveva messo nuove risorse per la costruzione del ponte e spiegava: “In questo momento, per questo governo e per la situazione nella quale ci troviamo, la realizzazione del Ponte sullo Stretto non è una priorità strategica […] Il Parlamento ha disciplinato, in mancanza del rispetto di certe fasi procedurali, la caducazione di tutti gli atti che regolano i rapporti di concessione. In particolare gli atti concessori sono decaduti dal 1 marzo del 2013, non avendo le parti stipulato a quella data, un apposito atto aggiuntivo”.

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