Donna allergica a tutto: costretta ad andare in Inghilterra, l’Asl deve pagare le spese
Dopo essere stata costretta per anni a vivere una vita fatta di continui disagi a causa di una rara malattia per la quale è praticamente allergica a tutto, si era ritrovata di fronte anche alla burocrazia italiana che non riconosceva la sua patologia e dunque non le consentiva di potersi curarsi adeguatamente tramite il sistema sanitario nazionale. Dopo anni di battaglia legale, però, ora la 35enne pugliese Michela ha visto finalmente riconosciuto il suo diritto alle cure gratis. Come racconta Repubblica, un giudice con due ordinanze infatti ha imposto all'Asl di Bari rimborsare le spese sostenute dalla donna, per i cicli di terapia effettuati nel 2015 e nel primo trimestre del 2016.
La 35enne, affetta dalla sensibilità chimica multipla, per sottoporsi alle cure necessarie aveva dovuto recarsi in un centro specializzato in Inghilterra facendo però grosso sacrificio economico. L'asl però si era rifiutata di rimborsarla così la donna si era rivolta alla magistratura che ora le ha dato ragione. Michela ha scoperto di essersi ammalata nel 2009, nei primi mesi della gravidanza, accusando i primi strani sintomi. Proprio a causa della rarità della patologia anche la diagnosi non è stata facile.
Da allora vive quasi sempre in casa, in un ambiente protetto, perché oltre a essere intollerante a tutto ciò che contiene sostanze chimiche è anche ipersensibile alle onde elettromagnetiche. Per stare meglio, sotto consiglio medico, quindi si è sottoposta a trattamenti sperimentali in Inghilterra dove col marito si reca in macchina ogni sei mesi. Per ogni ciclo la coppia spende non meno di 20mila euro, quelli per il trasporto toccano a loro ma quelli per le cure toccano al servizio sanitario nazionale come ha imposto il giudice