Cile, la presidente Bachelet annullerà l’amnistia voluta da Pinochet
Nel giorno del 41esimo anniversario del colpo di stato che ha insanguinato il Paese per anni, il Cile prova a chiudere definitivamente i conti con il passato e la dittatura militare. Durante le celebrazioni nazionali di giovedì la presidente socialista Michelle Bachelet, infatti, ha annunciato l'intenzione di annullare la legge di amnistia voluta nel 1978 dal dittatore Augusto Pinochet. La legge in effetti, anche dopo la fine della dittatura nel 1990, ha impedito qualsiasi tipo di processo garantendo l'impunità a chiunque abbia commesso crimini durante e dopo il golpe dell’11 settembre del 1973. In questo modo il Cile non ha mai potuto farei conti con il suo passato e la sanguinosa repressione militare. Bachelet, al suo secondo mandato, ora però riapre la questione promettendo che spingerà sulla legge che cancella le norme che impediscono le indagini e i processi sulle violenze di quegli anni.
Legge retroattiva
Il progetto di legge dovrebbe prevedere in particolare anche un effetto retroattivo, un elemento essenziale per consentire così di riaprire una serie di casi che la precedente legislazione voluta dal regime militare aveva consentito di archiviare e coprire senza colpevoli. L'annullamento dell'amnistia potrebbe essere una vera e propria svolta in materia di diritti umani nel Paese sudamericano. Bachelet però nel suo discorso alla nazione davanti alla figlia dell'ex presidente Salvador Allende, ucciso nel suo ufficio del Palazzo della Moneda il giorno del golpe, ha richiamato il Paese all'unità ribadendo di non voler trasformare la legge in una vendetta. "L’11 settembre è sinonimo di dolore e perdita per la nostra società nel suo insieme. È la data che ci ricorda le terribili divisioni che l’hanno attraversata. Ci ricorda quello che non vogliamo mai più sperimentare” ha dichiarato la Presidente cilena.
