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I figli ascoltano i consigli delle mamme anche quando non lo danno a vedere: la scoperta in uno studio

Una ricerca ha rilevato che i figli che si dimostrano più evasivi nei confronti dei consigli materni, sono anche coloro che finiscono per seguire maggiormente i suggerimenti ricevuti.
A cura di Niccolò De Rosa
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Consigli genitori

Molte madri sono convinte che i loro figli non le stiano mai a sentire e che i loro saggi consigli rimangano spesso inascoltati, elusi da infiniti silenzi e frasi evasive. Eppure, soprattutto quando si parla di scuola, ragazzi e ragazze sono molto più ricettivi di quanto appaiano.

Uno studio realizzato dall'Università Urbana-Champaign dell’Illinois ha infatti dimostrato che anche quando i bambini sembrano poco interessati ai suggerimenti delle loro madri, in realtà i discorsi materni riescono comunque ad influenzare il comportamento dei figli in ambito scolastico.

Il test e la raccolta dei dati

Gli autori della ricerca recentemente pubblicata sul Journal of Applied Developmental Psychology si sono avvalsi di un campione di 100 giovani insieme alle loro madri. I ragazzi partecipanti (53% maschi, 47% femmine) avevano tutti circa 10-11 anni, e l'anno scolastico successivo avrebbero iniziato a frequentare le scuole medie, un periodo di transizione che spesso diventa fonte di stress e disorientamento per i giovani studenti.

A tutte le coppie sono state dati a disposizione circa cinque minuti di conversazione per parlare di un recente difficoltà scolastica, come voti bassi, difficile rapporto con maestri o compagni di classe, scarsa concentrazione durante le lezioni o l'incostanza nello studio.

Madre parla a figlio

Dopo la chiacchierata, i ricercatori hanno analizzato i consigli offerti dal genitore, cercando d'identificare il tipo di strategia suggerita per venire a capo dei problemi del figlio.

I bambini e i loro insegnanti, invece, sono stati sottoposti ad un questionario per capire il livello di benessere e impegno scolastico dimostrato al momento della conversazione madre-figlio. Tutti i giovani partecipanti hanno poi dovuto ripetere il questionario l’anno successivo, insieme ai nuovi insegnanti delle medie, così da valutare gli eventuali miglioramenti

La scoperta

Come spiegato dalla coordinatrice della ricerca Kelly Tu, professore associato presso il Dipartimento di sviluppo umano e studi familiari del College of Agricultural, Consumer an Enviromental Sciences (ACES) dell'Illinois, tutte le madri coinvolte hanno suggerito ai figli un approccio attivo per superare le loro difficoltà.

In particolare i ricercatori hanno individuato tre tipologie di consigli più ricorrenti:

  • Rivalutazione cognitiva: guardare il problema da altre prospettive, riformulandolo o cercando di trasformare l'esperienza come un'opportunità di apprendimento
  • Approccio strategico: incoraggiare i bambini a trovare attivamente una soluzione o un modo per venire a capo del problema
  • Ricerca di aiuto: trovare qualcuno in grado di dare una mano al bambino, come la stessa madre, un fratello maggiore o un insegnante di ripetizioni

A simili consigli spesso i giovani rispondevano in modo ambiguo, attingendo a quell'ampio bacino di risposte a metà ("forse", non lo so", "vediamo" etc…) tanto familiari a qualsiasi genitore con figli in età scolare. Eppure, benché non lo dessero a vedere, molti bambini stavano comunque interiorizzando le indicazioni materne.

Discorsi madre-figlia

Terminata l'ultima fase dell'esperimento infatti, Tu e il sto team si sono accorti di come i bambini che avevano rifiutato o ostentato una certa ambiguità nei confronti dei consigli materni fossero anche coloro che dimostravano una maggiore adattabilità al passaggio alla scuola media. Chi invece si era dimostrato molto assertivo davanti dai suggerimenti del genitore, spesso non presentava reazioni così positive.

bambini che hanno rifiutato o risposto in modo ambiguo al consiglio di rivalutazione cognitiva della madre, in realtà hanno riportato un comportamento più adattivo una volta arrivati alle medie rispetto a quelli che lo hanno accettato.

"I ragazzi sono in un'età in cui stanno maturando e vogliono prendere le proprie decisioni"  ha spiegato la coordinatrice dello studio, sottolineando dunque l'importanza di continuare a dialogare con i figli anche quando sembra che non li stiano a sentire.

"La loro risposta immediata può essere di resistenza o riluttanza, ma il consiglio su come riformulare il problema, considerare altre spiegazioni o pensare a ciò che stanno imparando dall'esperienza, rimane comunque impresso in loro. Potrebbero solo aver bisogno di tempo per elaborarlo e valutarlo".

Al contrario, i giovani che si dimostrano subito d'accordo con il genitore, in alcuni casi desiderano solo compiacerlo o lasciar cadere la conversazione, senza però attuare realmente i consigli ricevuti.

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