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Tax day, in un giorno il fisco incasserà 44 miliardi di euro

Il 16 dicembre scadenza fiscale per una serie di tasse. L’importo più cospicuo è garantito dall’Iva, poi Irpef e Imu.
A cura di Antonio Palma
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Il prossimo 16 dicembre sarà un vero e proprio ingorgo fiscale per gli italiani. Per martedì prossimo infatti sono state fissate le scadenze fiscali per una serie di balzelli: dall'Iva all'ultima rata dell'Imu, dalla tassa sui servizi dei comuni (Tasi) a quella sui rifiuti (Tari). In Totale in una sola giornata gli italiani sono chiamati a versare al fisco ben 44miliardi di euro. Lo rivela l'ufficio studi della Cgia che ha stimato il gettito che ciascuna scadenza assicurerà al fisco o ai Comuni italiani in occasione del tax day di fine anno. Secondo i calcoli dell'Associazione Artigiani e Piccole Imprese, il versamento che garantirà l’importo più cospicuo per le casse erariali sarà rappresentato dall’Iva, per un importo pari a 16 miliardi di euro. Somme consistenti arriveranno anche dalle ritenute Irpef dei lavoratori dipendenti dalle quali l’Erario incasserà altri 12 miliardi, mentre l’ultima rata dell’Imu, che in grandissima parte affluirà nelle casse dei sindaci, costerà agli italiani ben 10,6 miliardi di euro.

Le tasse sui servizi comunali

Per quanto riguarda la tassa sui servizi dei comuni, la Tasi, consentirà ai Comuni di incassare 2,3 miliardi di euro, mentre l’ultima rata della Tari, vale a dire il nuovo tributo sull’asporto rifiuti, assicurerà un gettito di quasi 1,9 miliardi. Un altro miliardo di euro per lo Stato arriverà dal versamento dell’Irpef dei lavoratori autonomi, infine dall’imposta sostitutiva sulla rivalutazione del Tfr e dalle ritenute sui bonifici per le detrazioni Irpef, l’Erario incasserà rispettivamente 231 e 72 milioni di euro.

"Stress test per molti piccoli imprenditori"

"Il 16 è tradizionalmente una scadenza fiscale da far tremare i polsi: una pioggia di scadenze che potrebbe mettere in seria difficoltà molte famiglie e altrettante piccole imprese a causa della cronica mancanza di liquidità" segnala il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, aggiungendo: "Con il perdurare della crisi, questo impegno economico rischia di diventare per molti imprenditori un vero e proprio stress test". Oltre a questo la Cgia ricorda che  nel 2014 la pressione fiscale in Italia è prevista al 43,3%, un livello tra i più elevati d'Europa e ancora maggiore se si toglie dal Pil nominale il peso dell'economia non osservata. "La pressione fiscale reale vale a dire quella che grava sui contribuenti onesti, che si misura togliendo dal Pil nominale il ‘peso' dell'economia non osservata, si colloca appena sotto il 50% attestandosi, secondo una nostra stima, al 49,5%: oltre 6 punti percentuali in più del dato ufficiale" ha concluso Bortolussi.

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