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Strage di Charleston, Roof riconosciuto colpevole: per lui si prospetta condanna a morte

Il 22enne il 17 giugno del 2015 uccise nove afroamericani in una chiesa di Charleston, negli Stati Uniti.
A cura di Davide Falcioni
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Dylann Roof è stato riconosciuto colpevole di omicidio e crimini d’odio razziale. Il ragazzo, 22 anni, nel giugno del 2015 uccise nove persone nella Emanuel Ame, una chiesa frequentata dalla comunità afroamericana di Charleston, in South Carolina. Il 3 gennaio comincerà una nuova fase del processo per decidere se Roof sarà condannato a morte oppure all’ergastolo.

Il 22enne è stato giudicato colpevole di tutti e 33 i capi di imputazione di cui era accusato, tra i quali omicidio, crimini d’odio razziale e tentato omicidio. Ala lettura del verdetto Roof era presente ed è apparso sostanzialmente distaccato e disinteressato, malgrado – comunque – se non verrà condannato alla pena capitale dovrà scontare l'ergastolo senza condizionale e trascorrere il resto dei suoi giorni dietro le sbarre.

Era il 17 giugno dello scorso anno quando Dylann Roof  entrò nella Emanuel African Methodist Episcopal Church di Charleston, luogo di culto assai frequentato dalla comunità cristiana nera: il giovane aprì il fuoco sul gruppo di fedeli e ne uccise nove, sei donne e tre uomini. Tra loro anche Clementa Pinckney, pastore della chiesa e senatore statale democratico. Le altre vittime si chiamavano Tywanza Sanders, Cynthia Hurd, Sharonda Singleton, Susie Jackson, Ethel Lance, Daniel Simmons e DePayne Doctor, tutti afroamericani e di età compresa tra i 26 e gli 87 anni. Solo tre delle persone in chiesa riuscirono a salvarsi: una di queste raccontò che Roof prima di aprire il fuoco disse: "Devo farlo, stuprate le nostre donne e state conquistando il nostro paese. Dovete andarvene".

All'indomani della carneficina Roof venne arrestato: confessò subito il crimine e raccontò di aver acquistato la pistola calibro 45 in un'armeria di Charleston. Il 22enne, inoltre, confermò che aveva commesso la strage per motivi di odio razziale.

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