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Guerra in Ucraina

Incubo Fonseca, è bloccato a Kiev con la famiglia: “Prego che non cada una bomba su di noi”

Paulo Fonseca è bloccato in un hotel a Kiev insieme a tutta la sua famiglia. Non è riuscito a fuggire dopo le esplosioni della notte a seguito dell’attacco russo in Ucraina: “Prego che non cada una bomba su di noi”.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Sono ore d'angoscia in Ucraina dopo i bombardamenti della notte scorsa da parte della Russia che di fatto ha dato il via al conflitto tra i due Paesi. La popolazione ucraina è nel panico e attualmente in tanti stanno tentando di lasciare il Paese e partire da Kiev verso la Polonia attraverso i confini non ancora occupati dall'esercito russo. Una situazione in continua evoluzione che ha messo in ginocchio anche il mondo dello sport e nello specifico il calcio, con la sospensione del massimo campionato nazionale che sarebbe dovuto partire questo weekend.

Lo Shakhtar Donetsk, squadra allenata da Roberto De Zerbi, è ormai blindato da ieri in un hotel di Kiev dopo essere rientrata in Ucraina in seguito al ritiro pre-campionato tenutosi in Turchia. Nello stesso hotel c'è anche Paulo Fonseca, l'ex allenatore della Roma che vive in Ucraina essendo sposato con Katerina Ostroushko, di nazionalità ucraina, conosciuta nel 2017 quando ancora era allenatore dello Shakhtar. Il tecnico portoghese ha parlato a ‘Jornal de Noticias' delle difficoltà che sta vivendo in questo momento impossibilitato a viaggiare a causa della guerra con la Russia. Sul suo profilo Instagram il tecnico ha pubblicato una stories affacciato da uno dei terrazzi dell'hotel spiegando le ore di tensione che sta vivendo insieme alla sua famiglia.

Fonseca descrive una città di Kiev dominata dal caos: gli aeroporti sono distrutti, non c'è più benzina e ci sono enormi file di macchine. La gente cerca di scappare a Leopoli, al confine con la Polonia ma senza fortuna viste le enormi code. "Mi sono svegliato alle cinque del mattino con cinque esplosioni di seguito – spiegando che proprio in quel momento ha capito che era appena iniziato il conflitto – Avevo un volo in programma per oggi, ma ora è impossibile uscire da qui, perché gli aeroporti sono già distrutti e lo spazio aereo è stato chiuso".

Paulo Fonseca descrive una città dominata dal caos, in preda al panico e con poche possibilità di poter lasciare il Paese: "Puoi lasciare Kiev solo via terra e tutti stanno provando a scappare a Leopoli – aggiunge l'ormai ex allenatore della Roma – Le strade sono completamente ferme, perché è impossibile spostarsi con così molte macchine. Le code sono enormi e poi non c'è più benzina". Le parole di Fonseca sono agghiaccianti: "Non ci resta che pregare che non cada una bomba accanto a noi – ha detto – Sinceramente non so come uscirò da qui".

Fonseca parla di uno scenario apocalittico. "Ci sono diversi aerei militari – dice Fonseca descrivendo ciò che sta vedendo in questo momento – Questo è il giorno peggiore della mia vita" spiegando che, in questo momento, i civili stanno combattendo per la sopravvivenza: "Ci sono file enormi nei supermercati, la gente compra di tutto. Non è rimasto molto". L'allenatore portoghese doveva partire oggi alle 10:00, ma è rimasto bloccato a Kiev. "Ora è il momento di aspettare ed essere fortunati". Il messaggio della moglie su Instagram: "Il giorno più spaventoso. Dolore. Rabbia, rabbia, rabbia e dolore. Mio figlio non meritava la guerra. I bambini dell'Ucraina non meritavano la guerra".

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