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Freddie Highmore saluta per sempre The Good Doctor: “È dura pensare sia finita”

Questa sera, negli States, termina ufficialmente la serie che in Italia è possibile vedere su Rai2. Il protagonista Freddie Highmore: “Con il mio Shaun ho aiutato a sfidare gli stereotipi sull’autismo”.
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The Good Doctor arriva al finale di serie dopo sette stagioni. Questa sera, negli States, termina ufficialmente la serie che in Italia è possibile vedere su Rai2 su vari distributori digitali. Il protagonista Freddie Highmore, l'ex Charlie della Fabbrica di Cioccolato nella versione di Tim Burton, ha rivolto le sue impressioni e le sue emozioni al magazine People, suggerendo che il finale riuscirà a soddisfare tutti ma che è comunque dura lasciar andare via un pezzo della sua carriera.

Le parole di Freddie Highmore

In the Good Doctor, Freddie Highmore interpreta il brillante chirurgo Shaun Murphy che dalla prima stagione conosciamo per essere un giovane specializzando in chirurgia, autistico e affetto dalla sindrome del savant. In sette stagioni, il viaggio personale del personaggio si è completato così come quello del suo interprete che ammette: "Questo personaggio è stato un dono. È divertente guardare indietro ai sette anni, e penso che sarà così difficile dire addio a tutto questo perché abbiamo attraversato così tanto insieme". In effetti, Freddie Highmore è entrato in questo progetto poco più che ventenne, ora di anni ne ha 31. È un uomo fatto e finito.

Sarà un finale sorprendente che ci ricorda l'inizio e lega insieme questo viaggio che Shaun e tutti i nostri personaggi hanno intrapreso. Sembrerà che in qualche modo abbiamo chiuso il cerchio, ma allo stesso tempo vedremo i nostri personaggi nel futuro.

"Orgoglioso di come abbiamo mostrato l'autismo"

Con The Good Doctor, Freddie Highmore ha rappresentato l'autismo di Shaun e lo ha fatto abbattendo gli stereotipi e rispettando questa condizione: "Questa è stata la cosa più importante per me nel recitare questo ruolo. Se c'è qualcosa che ha fatto questa serie, spero anche in piccola parte, credo che ha aiutato a sfidare gli stereotipi e a cambiare la percezione delle persone sull'autismo". 

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