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Lotta agli sprechi, Starbucks donerà il 100% del cibo non venduto ai poveri

Il gigante delle caffetterie USA si impegna a donare tutto il cibo che non riesce a vendere ogni giorno mettendolo a disposizione dei più bisognosi. L’obiettivo a lungo termine è sconfiggere la fame che negli Usa colpisce 50 milioni di persone.
A cura di Biagio Chiariello
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Starbucks donerà il 100% del cibo invenduto, mettendolo a disposizione dei meno fortunati. Lo ha annunciato la stessa società n un comunicato stampa, in cui si legge che, in base all’accordo sottoscritto con le onlus Feeding America e Food Donation Connection, i prodotti in scadenza verranno donati ai banchi alimentari di tutti gli Stati Uniti. La bella scelta della catena di caffetterie americane (che presto aprirà anche in Italia) di aderire al programma FoodShare è un segnale importante nell’ottica dell’emergenza alimentare che riguarda circa 50 milioni di americani. "Nessuno dovrebbe andare a letto affamato. Non va bene" dice Teva Sakima, una dipendente della catena di caffetterie citata nel comunicato di lancio dell'iniziativa: "Ricordo quando la mia famiglia faticava e mettere insieme i pasti. Sono situazioni che non si dimenticano".

Svolta di Starbucks sui cibi in scadenza

L’obiettivo di Starbucks è sconfiggere il dramma della fame negli Stati Uniti entro il 2021: nel primo anno, la catena americana prevede di arrivare a fornire almeno 5 milioni di pasti a poveri e senzatetto. In realtà il gigante delle caffetterie Usa ha sta vagliando questo piano già da anni: dal 2010, in particolare, il gruppo collabora con Fdc che raccoglie i dolci che non possono più essere venduti nei negozi. Adesso aggiunge anche i pasti freschi. “La sfida era quella di trovare il modo di mantenere la qualità e la freschezza del cibo per tutta la fase della distribuzione”, ha raccontato Jane Maly, brand manager di Starbucks. “Siamo riusciti a consegnare il cibo avanzato esattamente come se fosse fresco, appena servito, in modo che non si notasse la differenza”.

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