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Siria, accordo Usa-Russia: “7 giorni per la lista delle armi, 30 per distruggerle”

Dopo tre giorni di colloqui a Ginevra, il segretario di Stato Usa John Kerry e il collega russo Sergei Lavrov hanno siglato un accordo sul piano per la distruzione delle armi chimiche del regime siriano.
A cura di Antonio Palma
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Intesa raggiunta tra le diplomazie di Usa e Russia sul piano per la rimozione e la distruzione dell'arsenale chimico del regime siriano che dovrebbe far parte della risoluzione Onu e impedire l'intervento armato nel Paese. L'accordo è arrivato al termine di un lungo incontro tra il segretario di stato americano John Kerry e  il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov avvenuto a Ginevra. Come ha spiegato lo stesso Kerry nella conferenza stampa congiunta al termine dell'incontro, "la Siria deve fornire una lista sul numero e tipo di armi chimiche di cui è in possesso entro una settimana" mentre il regime di Assad avrà un mese di tempo per iniziare a distruggere le sue armi. Come ha spiegato sempre Kerry l'accordo sul disarmo della Siria prevede che gli ispettori Onu che controlleranno l'effettivo svolgersi del piano arrivino nel Paese non più tardi di novembre, mentre la  distruzione delle armi chimiche deve essere completata entro la metà del 2014. "Il mondo si aspetta adesso che il regime di Assad rispetti i suoi impegni. Non ci sarà spazio per manovre dilatorie né per qualcosa che non sia una completa applicazione dell'accordo da parte del presidente siriano" ha però avvertito Kerry.

L'esito dei negoziati di Ginevra è stato definito "eccellente" anche da Lavrov che ha commentato "E' stata una decisione basata sul consenso e sul compromesso, abbiamo centrato l'obiettivo". In realtà nell'accordo vi sono ancora molti punti non chiariti come il ricorso all'uso della forza da parte delle Nazioni Unite se la Siria non rispettasse il piano di disarmo. Nell'intesa  siglata dalle due superpotenze infatti viene spiegato che se la Siria non rispetterà gli accordi si renderanno necessarie misure da parte del Consiglio di sicurezza Onu ma su quali misure l'Onu dovrebbe adottare non c’è alcun preaccordo. Anche per questo il presidente americano continua a lanciare avvertimenti su un possibile intervento armato. “Se la diplomazia fallisce, gli Stati Uniti e la comunità internazionale devono essere pronti ad agire”, ha dichiarato stamattina Barack Obama aggiungendo "Se le discussioni produrranno un piano serio, sono pronto ad appoggiarlo. Ma le parole non bastano. Voglio vedere azioni concrete che dimostrino la serietà di Assad sulla rinuncia alle armi chimiche". "Poiché questo piano è emerso solo con la credibile minaccia all'intervento militare statunitense, manterremo la nostra opzione militare nella regione per tenere ancora sotto pressione il regime di Assad" ha concluso Obama.

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