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Martina Scialdone, uccisa dall'ex a Roma

Femminicidio Martina Scialdone, una testimone: “Bonaiuti le ha detto: ‘Dove vai tanto sei morta’”

“Dove vai tanto sei morta”. Queste le parole del killer di Martina Scialdone, Costantino Bonaiuti, secondo una delle persone chiamate a testimoniare a processo.
A cura di Beatrice Tominic
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Il killer Costantino Bonaiuti e Martina Scialdone.
Il killer Costantino Bonaiuti e Martina Scialdone.
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"Stavano discutendo con toni accesi. Poi l'ho vista entrare nel locale velocemente, lui l'ha seguita – ha raccontato una testimone oggi in aula davanti ai giudici della Prima Corte di Assise nel corso del processo per il femminicidio di Martina Scialdone da parte dell'ex – Le ha detto una frase che ha attirato la mia attenzione. Dove vai, tanto sei morta, le ha detto". Queste le parole, secondo il raccontato della testimone, pronunciate da Costantino Bonauti, l'ex compagno di Scialdone, avvocata trentaquattrenne, che poco dopo è stata freddata con un colpo di pistola davanti ad un locale nel quartiere Tuscolano.

Il racconto dei testimoni

"Ho sentito un colpo, la ragazza ha detto: Mi ha sparato. E ho capito che cosa è successo. Mi sono avvicinata, ho sentito un polso – ha continuato a raccontare la testimone, medica specializzanda – Non c'era battito, perdeva sangue. Ho provato a rianimarla fino all'arrivo dell'ambulanza".

Oltre a lei, è stato ascoltato anche il responsabile di sala del locale. "Sono arrivati dopo cena e si sono seduti in un tavolo all'esterno – ha spiegato – Mi sono accorto che tutti i clienti li stavano seguendo con lo sguardo mentre correvano verso l'antibagno. Così li ho raggiunti. Lui stava provando a bloccarla con le braccia per prenderle il telefono che aveva in mano. Le diceva di andare a casa, ma lei non voleva".

Poi ha rivisto la coppia fuori dal locale, Scialdone era già stata colpita: "Era a terra, intorno a lei c'erano persone che provavano a soccorrerla, compreso il fratello".

Le accuse nei confronti di Bonaiuti

"Queste testimonianze rappresentano un tassello importante per l'affermazione dell'ipotesi accusatoria, racchiusa nel capo di imputazione", ha dichiarato all’Adnkronos l’avvocato Mario Scialla legale di parte civile della madre e del fratello di Scialdone.

Costantino Bonaiuti, il killer, è accusato di omicidio volontario aggravato dai motivi futili e abietti rappresentati dalla gelosia, dall’aver agito contro una persona a lui legata da relazione affettiva e dalla premeditazione in quanto aveva portato con sé la pistola all'appuntamento "essendo consapevole della volontà di interrompere definitivamente la relazione" con Scialdone, della quale controllava gli spostamenti con un'applicazione che monitorava il gps del telefonino dell'avvocata.

Nei confronti di Bonaiuti anche l'accusa di porto illegale in luogo pubblico della pistola semiautomatica Glock, detenuta per uso sportivo: in casa sua sono stati rinvenuti 400 chili di proiettili e decine di polvere da sparo.

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