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Riforma Patto stabilità, per l’Upb applicare le nuove regole è complicato per gli enti territoriali

Risulta “complicata” l’applicazione delle nuove regole europee al complesso degli Enti territoriali. Lo ha sottolineato l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) nell’audizione svolta dalla presidente Lilia Cavallari, nelle Commissioni bilancio di Senato e Camera sulla governance europea.
A cura di Annalisa Cangemi
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In foto: il Parlamento europeo a Strasburgo.
In foto: il Parlamento europeo a Strasburgo.

La Presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio Lilia Cavallari ha tenuto questa mattina un’audizione sulle implicazioni della riforma della governance UE per la gestione e le procedure nazionali di finanza pubblica, presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato in seduta congiunta.

Nell’approfondita memoria per le Commissioni, l’UPB ha fornito gli elementi di riforma del quadro di regole di bilancio della UE, un confronto di scenari di finanza pubblica tra nuove regole e quella precedente relativa all’obiettivo di medio termine (OMT), un’analisi delle implicazioni per i documenti programmatici nel nuovo schema di semestre europeo e degli aggiornamenti necessari su norme e procedure nazionali. Infine, l’UPB ha dedicato un capitolo ai possibili scenari di applicazione della riforma sulle amministrazioni locali.

Tra gli elementi più significativi della nuova governance UE in vigore dallo scorso 30 aprile, la Presidente Cavallari ha ricordato come i Piani nazionali strutturali di bilancio (PSB) costituiscano ora il principale strumento di programmazione pluriennale e come siano modificate le regole di bilancio e le procedure di coordinamento europee.

In particolare, il percorso di aggiustamento di bilancio deve garantire la riduzione plausibile del debito verso livelli prudenti nel medio termine; inoltre, nel periodo di aggiustamento (esclusi gli anni in cui lo Stato membro si trovi in procedura per disavanzi eccessivi, PDE), il debito dovrà diminuire in media annuale di 1 punto percentuale di PIL fin tanto che il rapporto rimane al di sopra del 90 per cento; infine, il consolidamento dovrà eventualmente proseguire oltre il percorso di aggiustamento fino a quando il disavanzo strutturale non sia inferiore all’1,5 per cento del PIL.

Nel caso lo Stato membro si trovi in PDE, il consolidamento deve essere tale da migliorare il saldo complessivo strutturale di almeno mezzo punto percentuale all’anno.  Nel triennio di transizione 2025-27, è previsto che per i paesi in PDE "si tenga in considerazione" l’aumento della spesa per interessi in rapporto al PIL; quindi, l’aggiustamento richiesto di almeno mezzo punto percentuale di PIL si applica al saldo primario strutturale e non a quello complessivo. Il percorso di rientro può estendersi da quattro a sette anni se il paese si impegna su un programma di riforme e investimenti che favoriscano la crescita potenziale e rafforzino le priorità della UE.

"La spesa primaria netta diventa l'indicatore unico per il percorso di aggiustamento, escludendo dalla spesa complessiva la spesa per interessi, i trasferimenti ricevuti dalla Ue per programmi europei, le spese di cofinanziamento nazionale sostenute per i progetti finanziati dalla Ue, le spese legate alla componente ciclica dei sussidi di disoccupazione e l'impatto delle una tantum e delle altre misure temporanee. Inoltre, l'indicatore è calcolato al netto dell'impatto delle misure discrezionali dal lato delle entrate", ha ricordato Lilia Cavallari, presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, in audizione.

"Nell'ambito della riforma, – ha aggiunto – le istituzioni di bilancio indipendenti (Independent Fiscal Institutions, IFI) dei paesi dell'area dell'euro come l'Upb mantengono il medesimo ruolo di validazione delle previsioni macroeconomiche dei documenti programmatici e monitoraggio delle regole di bilancio nazionali; viene anche rafforzato il loro ruolo nel monitoraggio e analisi della finanza pubblica sia nella parte preventiva, in quanto ora lo Stato membro può chiedere all'IFI di fornire una valutazione ex-post sul rispetto del sentiero di spesa primaria netta concordato con il Consiglio, sia nella parte correttiva, giacché lo Stato in procedura di disavanzo eccessivo può invitare l'IFI a presentare una relazione indipendente e non vincolante sull'adeguatezza delle misure correttive adottate rispetto alle raccomandazioni del Consiglio Ue".

"Rendere più trasparente controllo dei conti pubblici"

Alla luce della nuova governance europea "le procedure italiane già previste dalla Legge 196 del 2009 dovrebbero essere rafforzate o rese più trasparenti, in particolare sul controllo e monitoraggio dei conti pubblici e sulla predisposizione delle previsioni a politiche invariate", ha detto ancora Lilia Cavallari, presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.

"Il contenuto informativo dei documenti programmatici dovrebbe essere arricchito e ciò aumenterebbe la trasparenza sulla priorità delle scelte di bilancio e rafforzerebbe il ruolo del Parlamento". In particolare, l'Upb indica "le carenze informative relative all'articolazione per sottosettori degli obiettivi di bilancio e della manovra nel Def e alla suddivisione della manovra per voci di entrata e di spesa nella Nadef. Tali carenze rendono difficile la comprensione del quadro di priorità strategiche della politica di bilancio e il realismo complessivo della strategia proposta in termini di sostenibilità macroeconomica e finanziaria. Ai fini della programmazione occorrerà anche potenziare le attività di valutazione delle politiche pubbliche e di revisione della spesa. In un contesto che fissa obiettivi di spesa primaria netta su un orizzonte pluriennale, solo eccezionalmente modificabili e con margini di deviazione modesti, la capacità di monitorare efficacemente in corso d'anno gli sviluppi di finanza pubblica assume infatti ancora maggiore importanza".

L'Upb ha sottolineato anche come "dovrebbe essere rafforzato il ruolo delle previsioni a politiche invariate, da affiancare a quelle a legislazione vigente, per una valutazione più realistica dell'entità dell'eventuale manovra correttiva, oltre che per una maggiore confrontabilità con le proiezioni della Commissione europea".

Le nuove regole e le prospettive per le Amministrazioni locali

Risulta poi "complicata" l'applicazione delle nuove regole europee al complesso degli Enti territoriali, secondo quanto ha sottolineato l'Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) nell'audizione svolta dalla presidente Lilia Cavallari. Secondo Upb, "è necessario, da un lato, assicurare il coordinamento tra le nuove regole e quelle contabili sul pareggio di bilancio e, dall'altro, garantire che i vincoli sulla dinamica della spesa siano compatibili con il fabbisogno finanziario per lo svolgimento delle funzioni fondamentali e per l'erogazione dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep)".

"Due gli scenari delineati per il controllo della spesa degli Enti territoriali: il primo prefigura il mantenimento dell'attuale assetto, che sarebbe percorribile se non vi fosse il rischio che gli Enti possano incrementare significativamente la spesa con aumenti delle entrate non riconducibili a misure discrezionali; il secondo consisterebbe nell'introdurre un vincolo diretto sul tasso di crescita della spesa degli Enti, con un monitoraggio ex ante ed ex post, indicatori affidabili e un sistema unico di contabilità economico-patrimoniale per gli Enti, basato sulla competenza economica in linea con gli standard contabili nelle Pa internazionali ed europei".

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