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“Operava i cani nell’ambulatorio dei pazienti”, medico arrestato

L’uomo denunciato dall’Asl per assenteismo ma, dopo le indagini, accusato anche di ricettazione, falsificazione di firme su finti certificati e altri reati. Per l’accusa si sarebbe reso anche disponibile ad operare nel suo studio una cagnetta rubata per estrarre il microchip.
A cura di Antonio Palma
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Sarebbe stato un assenteista ma anche un falsificatore di firme di colleghi, ricettatore e impegnato a operare cani rubati per estrarre loro i microchip nello stesso ambulatorio dove riceveva i pazienti. Queste le pesantissime accuse nei confronti di un medico dell'Asl di Massa, arrestato nei giorni scorsi dalla polizia al termine di una inchiesta durata 8 mesi. Le indagini a carico dell'uomo erano partite grazie a una denuncia alla Procura della stessa Asl per episodi di assenteismo segnalati dai colleghi dell'uomo ma hanno portato gli investigatori a scoprire molti lati oscuri del medico.

Secondo l'accusa, infatti, il radiologo oltre al vizio di assentarsi dal posto di lavoro per praticare la libera professione, sarebbe diventato pure ricettatore di oro e gioielli rubati da alcuni suoi conoscenti, falsificatore di firme di colleghi per certificati che attestavano patologie fasulle per gli stessi ladri e venditore di pillole per dimagrire che in realtà erano pasticche salvavita prescritte dal sistema sanitario

Come spiegato dal sostituto procuratore Alessia Iacopini, che ha coordinato le indagini, all’inizio l'inchiesta riguardava solo le assenze ingiustificate dall’ospedale durante l’orario di servizio per andare a fare il radiologo in uno studio privato, ma grazie ad alcuni filmati che lo riprendevano con due sinti pregiudicati sono venuti a galla i retroscena.  Secondo l'accusa, il dottore si era messo a redigere falsi certificati medici che i due presentavano  in tribunale durante i processi per ottenere qualche beneficio, ma falsificando le firme dei colleghi. Non solo, avrebbe accettato oro e monili di dubbia provenienza rivendendoli ad altri e spacciato farmaci salvavita e antitumorali per pillole dimagranti ai pazienti. Infine si sarebbe reso disponibile ad operare nel suo studio  una cagnetta rubata per estrarre il microchip originale e metterne uno falso.

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