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OMS: “Virus Zika emergenza internazionale”

Secondo gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Zika rappresenta un’Emergenza internazionale di salute pubblica.
A cura di Davide Falcioni
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"Emergenza internazionale di salute pubblica": sotto questa categoria il comitato di esperti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità ha fatto rientrare il virus Zika dopo una riunione urgente convocata a Ginevra: "Serve uno sforzo internazionale contro il virus", ha affermato il direttore generale Margaret Chan, che ha poi proseguito: "Gli esperti  sono stati d’accordo nell’affermare che la relazione causale tra l’infezione da virus Zika in gravidanza e la microcefalia è “fortemente sospetta”, anche se non è ancora scientificamente provata. Il virus Zika da solo non sarebbe stato definito un’emergenza – ha sottolineato – perché per quanto ne sappiamo non causa condizioni cliniche gravi. È solo per questo possibile legame con la microcefalia che abbiamo deciso di dichiararla emergenza internazionale, ma non sappiamo quanto ci vorrà per trovare il “link”".

Secondo David Heymann, numero uno del comitato d'emergenza, in questa fase è necessaria "una sorveglianza standardizzata" e "intensificare la ricerca" sull'apparente legame fra infezione da virus Zika e microcefalia. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha intenzione di utilizzare per la prima volta il fondo per le emergenze stanziato per far fronte all'epidemia di ebola: alle varie nazioni potenzialmente interessate verranno fornite tutte le attrezzature protettive, compreso il materiale per le donne in gravidanza. In questa fase verranno poi intensificati gli studi sull'eventuale evidenza scientifica del collegamento tra il virus e la microcefalia. La dichiarazione di emergenza internazionale, ha precisato Chan, servirà proprio ad avere uno sforzo coordinato in queste direzioni.

In tal senso l'Italia si è già mossa nei giorni scorsi ed ha stabilito delle linee guida che sconsigliano alle donne incinte, o che hanno intenzione di iniziare una gravidanza, di viaggiare nei paesi più colpiti dalla diffusione del virus, cioè ad oggi Sudamerica, Caraibi e Centroamerica.

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