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Non c’è posto in ospedale e la rimandano a casa: neonata muore tra le braccia della mamma

Blayke è morta a sole cinque settimane di vita tra le braccia di mamma Tessa dopo che l’ospedale, dove la piccola doveva essere ricoverata per una forma di raffreddore, l’ha rimandata a casa perché sovraffollato: “Abbiamo altre bambine a casa che ci chiedono dove sia la sorella, e noi non riusciamo a darci pace. Deve essere fatta giustizia”.
A cura di I. A.
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L'ospedale era pieno così il medico, nonostante la bimba avesse problemi respiratori, ha deciso che fosse meglio farla tornare a casa. Ma dopo qualche ora Blayke Hay-McAllister, neonata di sole cinque settimane, è morta tra le braccia della mamma Tessa, che ora non riesce a darsi pace. È successo a Miramichi, cittadina del Canada, situata nella provincia del Nuovo Brunswick. "La stavo cullando come al solito – ha raccontato la mamma 34enne alla Cbc -. Ma ad un certo punto ho sentito che la sua mano, che stringeva la mia, diventava sempre più fredda. L'ho sollevata e, nonostante le mie preghiere, avevo capito che Blayke non c'era più. È stato devastante". Una tragedia resa ancora più insopportabile dal fatto che probabilmente, come sostengono i genitori, la piccola si sarebbe salvata se fosse stata ricoverata, ricevendo cure adeguate alla sua condizione.

Tessa e il suo compagno Cody chiedono che venga fatta luce sulla morte della loro Blayke. Tutto è cominciato lo scorso 31 gennaio, quando la bambina è stata portata in ospedale per una serie di accertamenti che hanno rivelato la sua positività ad un virus dell'apparato respiratorio. Si tratta di una sorta di raffreddore, ma che nei bambini troppo piccoli, se non trattato adeguatamente, può essere pericoloso. I risultati di quell'esame sono stati inviati il giorno dopo al pediatra, il dottor Jeffrey Hans, che già in precedenza aveva visitato la piccola. L'1 febbraio Tessa ha insistito particolarmente per far trattenere sua figlia in ospedale: "Dopo aver visto quei test medici ho pensato che non sarei stata in grado di prendermi cura di lei a casa". Ma, anche questa volta, la risposta del personale medico è stata negativa. "Siamo pieni", hanno fatto sapere dal nosocomio. Anche passare per il pronto soccorso, secondo Hans, non era una buona idea, dal momento che avrebbero trovato altri pazienti con influenza, potenzialmente rischiosi per la neonata.

Così, il medico le ha detto di riportare Blayke il giorno dopo nel suo studio per un ulteriore controllo. "È stato il mio medico per 34 anni, mi fidavo di lui", ha raccontato Tessa. Ma una volta a casa, le condizioni della bambina sono peggiorate fino alla morte. "Erano le cinque del mattino, la tenevo in braccio per farla respirare meglio, non dimenticherò mai quella notte", ha continuato la mamma distrutta. Quando l'ambulanza è arrivata dai McAllister, cinque ore dopo la visita dal pediatra, era già troppo tardi. Ed ora i genitori della neonata vogliono vederci chiaro, chiedendo che i funzionari dell'ospedale esaminino il loro caso. "È passato più di un mese e ancora non abbiamo le risposte che vogliamo", ha detto Tessa. "Abbiamo altre bambine a casa che ci chiedono dove sia la sorella, e noi non riusciamo a darci pace. Deve essere fatta giustizia", ha continuato. Intanto l'ospedale si difende, sottolineando come soprattutto nei periodo invernale ci siano casi di sovraffollamento per via delle influenze, ma che ha sempre garantito un letto ai pazienti più gravi.

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