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Il procuratore di Napoli Nicola Gratteri: “TikTok è la vetrina delle mafie”

“TikTok vetrina delle mafie”: così il procuratore di Napoli, che vive sotto scorta da 35 anni: “Ma se sei convinto che stai facendo qualcosa di buono non puoi mollare, devi resistere”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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"Tiktok è la vetrina delle mafie". Non usa mezzi termini il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, intervenuto oggi su Rai3 all'interno del programma Timeline, condotto da Marco Carrara. "Si fanno vedere ricchi, firmati, con tanti soldi", spiega ancora Gratteri, aggiungendo che poi il messaggio fatto passare è ben chiaro: "Ti dicono ‘noi siamo il nuovo modello, vuoi diventare come noi?' E i giovani non strutturati si trovano avviluppati e pensano che quello sia il loro futuro".

Un attacco frontale non contro il social network in quanto tale, ma piuttosto una indicazione ben chiara sull'uso che ne stanno facendo le mafie. "I social per i mafiosi sono una sfida alle istituzioni, un'esternazione di arroganza". Un problema già visto ai primissimi tempi anche di altri social network, ma che si sta ripetendo sulla piattaforma di video sharing cinese, particolarmente "adatta" vista la sua caratteristica principale che è appunto composta da brevi video accompagnati da musica di vario tipo, diventata rapidamente popolarissima tra gli adolescenti.

Ma Gratteri ha parlato anche della sfiducia dei cittadini verso le istituzioni. "La gente spesso non denuncia perché non si fida", ha aggiunto il procuratore di Napoli, "spesso noi come forze dell'ordine e come magistrati non siamo credibili, non riusciamo a trasmettere fiducia, è un problema soprattutto nostro". Ma lui, che vive sotto scorta da 35 anni, non demorde. "Sono 30 anni che non vado al mare. Per resistere bisogna credere che ciò che fai serve: per migliaia di persone sei l'ultima spiaggia, allora resisti a qualsiasi privazione".

Una vita sotto scorta, la sua, che non è facile sa gestire. "Devi discutere qualsiasi movimento, anche 10 metri, lo devi ragionare, lo devi concordare. Non puoi andare a teatro, non puoi andare al cinema, non puoi andare al mare, perché altrimenti metteresti in pericolo anche gli altri che ti stanno attorno", ha spiegato ancora Gratteri, "ma tutte queste cose le superi solo se sei convinto che stai facendo qualcosa di utile e perché ci sono migliaia di persone per le quali tu sei l'ultima spiaggia. E allora tu non puoi tradire, non puoi mollare", ha concluso il procuratore partenopeo, "e quindi resisti a ogni privazione. Puoi stare anche un anno sotto una pietra se sei convinto che quello serve altrimenti non ce la fai".

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