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“Il numero chiuso a Medicina non sarà abolito, vi spiego cosa cambia”, parla il Presidente della Federico II di Napoli

Il professor Giovanni Esposito, Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia della Federico II di Napoli, a Fanpage.it: “Ci potrebbero essere delle anomalie, anche studenti brillanti potrebbero essere esclusi”
Intervista a Prof. Giovanni Esposito
Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia dell'Università Federico II di Napoli
A cura di Pierluigi Frattasi
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Giovanni Esposito, presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Napoli Federico II
Giovanni Esposito, presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Napoli Federico II

"Sulla riforma del numero chiuso a Medicina bisogna fare un po' di chiarezza. Non ci sarà nessuna abolizione del numero ristretto, che resterà, ma sarà spostato in avanti di 6 mesi. Sarà, invece, riorganizzata la modalità di accesso. In pratica, tutti potranno iscriversi al primo semestre del corso di Laurea in Medicina, ma per passare al secondo semestre ci sarà un doppio sbarramento: primo, gli studenti dovranno superare tutti gli esami e maturare i relativi crediti; in secondo luogo, chi avrà i crediti necessari dovrà superare un test di metà corso che sarà un vero e proprio concorso pubblico, con una graduatoria nazionale. Purtroppo non tutti passeranno. Noi abbiamo calcolato che resteranno dentro circa il 20 per cento degli iscritti. Per gli altri bisognerà poi capire se ci sarà la possibilità di non perdere la formazione fatta in quei 6 mesi. È possibile che ci troveremo di fronte a grosse anomalie, se non ci saranno dei correttivi in corso d'opera. Potrebbero restare esclusi anche studenti che hanno superato brillantemente tutti gli esami".

A parlare a Fanpage.it è il professor Giovanni Esposito, Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, una delle più grandi e prestigiose del Sud Italia, con oltre 13mila studenti iscritti.

Il Governo Meloni è al lavoro sulla riforma del numero chiuso per Medicina e chirurgia, odontoiatria e Medicina veterinaria. La Commissione Istruzione del Senato negli scorsi giorni ha approvato il testo base della delega al governo per la revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea. Al momento, quindi, le date dei test di ingresso a Medicina alla Federico II di Napoli – come nel resto d'Italia – restano confermate per il 28 maggio e il 30 luglio 2024.

Professore, lei ha letto il testo della riforma?

I presidenti delle Scuole di Medicina hanno avuto un testo proposto dalla Crui – la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane – che poi è stato sottoposto al Ministero dell'Università e della Ricerca. La Crui, su indicazione del Governo, ha elaborato un documento per una riforma delle modalità di accesso ai corsi di laurea in Medicina, ma nel testo non è prevista una liberalizzazione degli accessi. Il comitato ristretto della Commissione del Senato ha proposto questo testo base che è parte del documento elaborato dalla Crui. Certamente, il documento approvato dal Senato potrà essere ancora suscettibile di modifiche e discussioni.

Quindi il numero chiuso non sarà abolito?

No, il numero chiuso resterà. Gli stessi Rettori hanno dato parere contrario all'apertura totale, perché sarebbe impossibile formare tante persone. Anche se volessimo costruire le aule, il rischio sarebbe di avere troppi medici e di tornare al precariato e alla disoccupazione. Un altro imbuto si creerebbe con le scuole di specializzazione. Oggi le borse di studio sono pagate dallo Stato e sono insufficienti. Pensate domani se si aprisse a tutti. Si studierebbe 10 anni per restare disoccupati? La Crui ha dato invece parere favorevole sulla nuova modalità di accesso a Medicina, che premia il merito e la qualità della formazione. Un sistema più equo dell'attuale.

Cosa cambia con la riforma?

Tutti saranno ammessi al primo semestre del corso di laurea. Ma per passare al secondo semestre dovranno accumulare dei CFU, superare tutti gli esami previsti. Questo comporterà già una prima novità. Perché ad oggi i programmi del primo semestre non sono uguali in tutt'Italia, ma variano a seconda degli Atenei. Ci dovrà essere, quindi, una omogeneizzazione, in modo che siano uguali per tutti. Gli studenti che non avranno tutti i CFU saranno esclusi dal test. Per chi sarà ammesso, invece, ci sarà un concorso nazionale, uguale per tutti, con un'unica graduatoria.

Qual è la differenza rispetto ad ora?

Adesso si fa il test di ingresso prima di iscriversi al corso di laurea. Anche in questo caso, si tratta di un concorso nazionale uguale in tutto il Paese. Viene redatta una graduatoria. Il candidato ammesso sceglie la facoltà dove iscriversi in base alle preferenze che ha indicato nell'iscrizione. Chi è più in alto nella graduatoria avrà maggiore facoltà di scelta. Con la riforma, invece, si potranno iscrivere tutti al primo anno. Ci sarà una sorta di semestre preparatorio obbligatorio al test, come se fosse un corso di preparazione.

Quali sono i vantaggi?

Il nuovo test sarà molto più attinente al percorso di studio, alle materie studiate nel primo semestre, biologia, chimica, fisica. Il test di oggi è fatto sulla base di quiz che non sono attinenti spesso alle necessità di preparazione di uno studente di Medicina. Si fa un passo avanti nella selezione. I docenti avranno modo di valutare le capacità dello studente. Poi, si porrà fine al mercato dei corsi di preparazione privati a pagamento che costavano migliaia di euro alle famiglie creando delle disparità perché non tutti potevano permetterselo. Con la riforma ci sarà un corso istituzionale di 6 mesi con prova finale. È chiaro però che anche le aziende private cambieranno il modo di fare i corsi.

Ma il numero dei posti a bando resterà lo stesso?

I posti non saranno mai sufficienti per tutti. L'ipotesi è che a superare il test sarà circa un 20% degli iscritti al primo semestre.

C'è il rischio che chi ha superato tutti gli esami del primo semestre, magari con 30 e lode, possa essere bocciato al test?

Voti e crediti faranno punteggio. Quest'ultimo sarà sommato al punteggio del test e si farà la graduatoria definitiva.

Cosa succede a chi non supera il test? Avrà perso 6 mesi e le tasse di iscrizione?

Questo potrebbe essere un problema da scongiurare. Si sta studiando un modo affinché i crediti possano essere convalidati in altre facoltà scientifiche, come Biologia e Farmacia. Anche sulle tasse bisognerà trovare una soluzione. Ma c'è anche un altro problema.

La riforma partirà l'anno prossimo?

Sì. Così è previsto. Dopo il tolc di Medicina si è ripristinato il concorsone per quest'anno nelle more di una riforma che il Senato adesso ha approvato. Ma adesso il documento definitivo deve essere licenziato. E dobbiamo conoscere i dettagli.

Vi sentite pronti?

Non saremo mai pronti con questi numeri. È impossibile. Avere tanti studenti iscritti al primo anno renderà difficile erogare le lezioni. Noi adesso abbiamo corsi con 400 studenti frequentanti. Con la riforma potrebbero essere 2mila. Non abbiamo le aule. Sicuramente non potremo erogare la stessa tipologia di formazione a migliaia di studenti. Dovremo fare dei questionari di autovalutazione, didattica a distanza, online, sincrona, asincrona, modalità miste.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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