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Neonato muore a 3 giorni per una infezione al Monaldi, tre medici indagati

Il piccolo, nato in una clinica di Castellammare di Stabia, era stato ricoverato al “San Leonardo” e infine nell’ospedale napoletano; i genitori hanno presentato denuncia ai carabinieri.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Tre medici sono indagati per la morte di un neonato di Torre del Greco (Napoli), deceduto a tre giorni nell'ospedale "Monaldi"; secondo le prime risultanze sarebbe stato ucciso da una infezione batterica. I genitori hanno sporto denuncia presso la stazione dei carabinieri del comune del Napoletano; la Procura di Napoli ha aperto un fascicolo per omicidio colposo in ambito sanitario, ha disposto l'autopsia e ha iscritto nel registro degli indagati il ginecologo che ha seguito la madre durante la gravidanza, un pediatra e un medico dell'ospedale napoletano.

I familiari si sono rivolti allo studio Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che sta seguendo il caso in collaborazione con l’avvocato Vincenzo Cortellessa del Foro di Santa Maria Capua Vetere. Il piccolo, ricostruiscono i legali, era nato il 13 maggio scorso nella clinica "Stabia", a Castellammare di Stabia (Napoli). La madre, 28 anni, aveva raggiunto le 41 settimane di gestazione e il 12 maggio era stata ricoverata per indurle il travaglio; le contrazioni erano però arrivate nella notte in modo naturale. Il bimbo era nato alle 8.48, apparentemente senza alcun problema di salute. Si legge nella nota dei legali:

come riferito dal padre, 35 anni, nella sua denuncia, a parte un rossore all’altezza della nuca dovuto all’applicazione di una ventosa per facilitare la nascita, il neonato, a detta dei medici, godeva di ottima salute: anzi, proprio per tranquillizzare i genitori che, preoccupati che il figlio potesse aver riportato danni cerebrali, avevano chiesto lumi in merito alla problematica legata al rossore e alla forma ovalizzata del capo, Antonio era stato sottoposto dai pediatri della clinica a un’accurata serie di test a cui aveva risposto perfettamente, e mangiava regolarmente.

Alle 5 del giorno successivo, ricostruiscono ancora gli avvocati sulla scorta del racconto del padre, il bimbo aveva però la febbre ed era stato quindi disposto il trasferimento in una struttura più attrezzata. Era stato portato prima al "San Leonardo" di Castellammare di Stabia, dove sarebbe arrivato in condizioni gravi, con convulsioni, tachicardia, problemi respiratori e anche emorragie interne e la febbre a 40 gradi. Il piccolo era stato ricoverato nella terapia intensiva pediatrica, intubato e sottoposto a drenaggi e trasfusioni e sottoposto ad una massiccia cura antibiotica per il sospetto che avesse contratto una infezione che stava provocando il collasso degli organi.

Nella notte tra il 14 e il 15 maggio, nel dubbio che i problemi potessero essere legati anche ad una cardiopatia, il neonato era stato trasferito al "Monaldi", specializzato nella cardiologia prenatale. Nell'ospedale napoletano, però, proseguono i legali, i medici avevano confermato la gravità della situazione ma escluso problematiche di natura cardiaca. Dagli esami sarebbe emerso che era in corso una sepsi di natura batterica. Nel pomeriggio del 15 maggio il piccolo ha avuto diversi arresti cardiaci e alla fine è deceduto.

Il fascicolo è nelle mani della pm Federica D'Amodio, che ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche e gli esami autoptici e quelli istologici, per i quali il sostituto procuratore ha nominato quattro consulenti tecnici: il medico legale Alfonso Maiellaro, il pediatra neonatologo Giovanni Sica, il ginecologo Pasquale Martinelli e l’anatomopatologo Noè De Stefano. L'incarico verrà conferito oggi, 22 maggio; Studio3A (area manager per la Campania Vincenzo Carotenuto) metterà a disposizione un proprio consulente tecnico medico legale.

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