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“I vostri parenti sono ricchi”, i video del boss al cimitero: “parlava” coi morti per minacciare gli imprenditori

Francesco Tiberio La Torre aveva inviato alle sue vittime due video, girati nella loro cappella di famiglia: per gli inquirenti facevano parte delle minacce estorsive.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Quei loro due parenti, imprenditori, avevano avuto successo, erano diventati ricchi, lavoravano molto, invece lui, al contrario, era solo un "poverello". Raccontava questo, parlando idealmente coi familiari defunti delle sue vittime, Francesco Tiberio La Torre, arrestato dai carabinieri proprio per estorsione. Il dialogo, ripreso in video, è finito agli atti dell'inchiesta: è stato registrato all'interno della cappella di famiglia dei due imprenditori, nel cimitero di Mondragone (Caserta), e per gli inquirenti si inquadra perfettamente nel meccanismo estorsivo, esplicitando la richiesta e paventando anche le conseguenze nel caso non venisse accolta.

Il "dialogo" coi parenti morti

La circostanza, emersa durante le indagini, è descritta nell'ordinanza che ha portato in carcere il 65enne, cugino dell'ex capoclan oggi pentito Augusto La Torre.  I video acquisiti dai carabinieri sono due, entrambi girati nella cappella di famiglia delle vittime, nel cimitero di Mondragone. Nel primo La Torre si rivolge alle immagini dei defunti seppelliti ed elogia le qualità dei due; alluderebbe, secondo i magistrati, alla possibilità dei due di soddisfare le sue richieste economiche.

Nel secondo video il 65enne inquadra se stesso e le lapidi, elogia nuovamente i due imprenditori e saluta uno di loro, quello a cui ha poi inviato il messaggio. Secondo l'interpretazione dei magistrati la scelta del posto non è casuale: se da un lato servirebbe a ribadire la richiesta di denaro, dall'altro varrebbe anche come minaccia alludendo alle conseguenze in caso i soldi non gli fossero stati dati. Dagli imprenditori La Torre avrebbe ottenuto 20mila euro complessivi, in tranche tra i 2mila e i 3mila euro.

Le minacce al consigliere regionale Zannini

Altra vittima di La Torre, secondo gli inquirenti, il politico Giovanni Zannini, eletto consigliere regionale della Campania nel 2020. L'uomo, di professione avvocato, circa 15 anni fa aveva difeso proprio La Torre in un processo; all'epoca aveva avuto una discussione col figlio dell'imputato e lo aveva ferito involontariamente per difendersi da un'aggressione. Proprio questo episodio sarebbe stato il pretesto usato dal 65enne che, anche chiedendo all'imprenditore di fargli incontrare il politico, avrebbe tentato di estorcere 50mila euro come risarcimento per le lesioni riportate dal figlio anni prima.

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