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Uccisa con un pugno, il ragazzo che lo ha sferrato è evaso dai domiciliari: è ricercato

Il 21 luglio 2022 la 41enne Miriam Migliore è stata colpita con un pugno a Bergamo. Ha perso conoscenza e, dopo un intervento chirurgico e un lungo ricovero, è morta. A colpirla è stato Jospeh Saper. Dopo due anni circa di carcere, è stato posto ai domiciliari. Avrebbe dovuto indossare il braccialetto elettronico, ma prima che questo arrivasse è scappato.
A cura di Ilaria Quattrone
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Il 21 luglio 2022 una donna di 41 anni è stata colpita con un pugno a Bergamo. Ha perso conoscenza e, dopo un intervento chirurgico e un lungo ricovero, è morta a marzo. La vittima si chiamava Miriam Migliore. A sferrare quel pugno è stato Jospeh Saper, un 23enne. All'epoca dei fatti, il ragazzo è stato arrestato e successivamente condannato a sei anni. Dopo due anni circa di carcere, è stato posto ai domiciliari. Avrebbe dovuto indossare il braccialetto elettronico, ma prima che questo arrivasse è fuggito via: nessuno ha più sue notizie.

Saper viveva in stazione con la vittima. Aveva problemi di alcol e droga. Il 21 luglio 2022, il 23enne ha litigato con un uomo che lo ha ferito. Mentre il personale sanitario del 118 lo stava medicando, la donna gli si è avvicinata per passargli il suo zaino: lui l'ha colpita e lei è caduta a terra e ha battuto la testa.

Gli operatori sanitari l'hanno trasferita in ospedale dove è stata sottoposta a un intervento chirurgico. Nonostante i tentativi di aiutarla, non si è mai più ripresa: a marzo è morta. Il ragazzo, nel frattempo, è stato processato per lesioni gravissime e condannato a sei anni. A seguito del decesso della donna, è stata disposta l'autopsia.

Il pubblico ministero Paolo Mandurino ha successivamente notificato al 23enne l'apertura di un fascicolo per omicidio preterintenzionale: è necessario capire se vi sia un collegamento tra il pugno e la morte. È possibile che non volesse uccidere Migliore, ma che il decesso sia conseguenza del suo pugno. Il 2 aprile i giudici della Corte d'Appello hanno emesso un nuovo ordine di carcerazione.

Il giovane, infatti, potrebbe essere di nuovo processato perché l'accusa è nuova rispetto a quella per cui è stato condannato. Il 23enne è però scappato.

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